venerdì 31 ottobre 2008

LE DUE ITALIE

Gelli condurrà "Venerabile Italia" a Odeon Tv

Il Paese è colpito da una grave forma di digital divide. Si sono formati due blocchi. Uno che si informa in Rete, l'altro che viene disinformato dai giornali e dalla televisione.
In alcuni Stati la Rete è sotto controllo, come gli altri media, e tutti i cittadini sanno la stessa cosa. In altri Stati l'informazione è libera e anche la Rete e i cittadini si informano da entrambi. In UNO Stato: l'Italia, caso unico al mondo, giornali e e televisioni sono controllati e la Rete non ancora.
Milioni di persone vivono in due realtà diverse, sono separati in casa. Nella stessa famiglia il nonno può credere a Vespa e il nipote mandarlo a fanculo. Non è una situazione sana. Più passa il tempo, più l'incomunicabilità tra le due Italie cresce insieme all'insofferenza reciproca. La Rete ha però due armi dalla sua parte. I giovani che la frequentano (i vecchi moriranno prima di loro) e l'anoressia da pubblicità dei vecchi media. Senza i soldi della pubblicità chiudono. Ed è quello che succederà. Le raccolte pubblicitarie per gli spazi su giornali e televisioni diminuiscono, entro un anno crolleranno. In parte si sposteranno in Rete, uno spazio che non si gestisce con le balle. Loro lo sanno. E sono nervosi.
Confalonieri mi ha citato di fronte a giornalisti economici a proposito dell'OPA su Mediaset. Lo rassicuro, non è ancora il momento di comprare. Io compro le azioni solo se precipitano. Ne riparliamo quando il titolo di Mediaset, un'azienda che in sostanza vende pubblicità, sarà sotto un euro. Nel frattempo faccio un appello ai navigatori (non ai naviganti): aiutate Confalonieri. Non pubblicate spezzoni di programmi Mediaset su Youtube. E' illegale. Lo ha detto Fidel. Noi siamo per il rispetto della legalità e per la cancellazione di ogni programma Mediaset inserito abusivamente in Rete.. Non inquiniamo i media, belin.
Tre gruppi editoriali hanno il controllo dell'informazione sulla carta stampata: RCS (Corriere della Sera), controllato da ABI e Confindustria, Mondadori, il gruppo dello psiconano e l'Espresso di De Benedetti, prossimo rifugiato svizzero e paladino di Topo Gigio.
Titoli - perdita da inizio anno:
- RCS - 54,84
- Gruppo l'Espresso - 60,97
- Mondadori - 51,78
Siamo sulla buona strada. Dove non potè la politica, potrà l'economia.

IO NON HO PAURA

ANNOZERO - RAI DUE
clicca sulla seguente immagine per vedere la puntata
Il decreto Gelmini è legge e il Governo ha annunciato che adesso si occuperà dell’Università. Le proteste degli studenti si fermeranno?
Io non ho paura è il titolo della puntata di Annozero è andato in onda su Rai due giovedì 30 ottobre alle 21.00. La trasmissione di Michele Santoro ha raccontato non solo la protesta degli studenti, ma anche quella dei ricercatori delle Università in collegamento da Pisa con Sandro Ruotolo. Ospiti in studio Ignazio Marino del Pd e l’economista Tito Boeri. Nella puntata, inoltre, il ritorno di Sabina Guzzanti

CONTRO L'INFORMAZIONE DI REGIME

"Levati, Francesco!"

09:41 Il governo: "Nessun infiltrato a piazza Navona" Infiltrati in piazza Navona? Francesco Nitto Palma, nel riferire alla Camera sugli scontri di mercoledì, lo esclude in maniera categorica. "Il sospetto è un giovane di 'blocco studentesco', e la sua posizione è tuttora al vaglio degli inquirenti". Il sottosegretario ha poi parlato del camion degli estremisti di destra arrivato piazza Navona: "E usuale che durante le manifestazioni i camion raggiungano la piazza". da Repubblica.it

Beppe Grillo a Bologna, le contestazioni

Oggi a Bologna, secondo la stampa di regime (quindi quasi tutta) sono stato oggetto di violente contestazioni.
Il video dei ragazzi del Meet Up che erano con me fa luce sugli insulti e le percosse che ho ricevuto. Belin, se a Bologna mi trattano così ci vado a ad abitare per sempre. Loro non molleranno mai, noi neppure.

Leggete le barzellette dei giornalisti di regime e informateli dell'avvenuto con una mail:
- Il Tempo: "E Beppe Grillo si infila nel corteo: contestato due volte" - Scrivi
- Il Resto del Carlino: "Beppe Grillo contestato dal corteo 'Non vogliamo primedonne'" - Scrivi
- Panorama: "Scuola in sciopero: gli anti Gelmini fischiano anche Grillo" - Scrivi
- Corriere della Sera: "Beppe Grillo contestato dai manifestanti: «Non vogliamo primedonne». E lui: «Cercate i poliziotti finti»" - Scrivi
- Il Giornale: "Grillo prova a infilarsi nel corteo: lo buttano fuori a suon di «vaffa»" - Scrivi
- La Repubblica: "Grillo fischiato dagli studenti: 'Buffone, buffone'" - Scrivi
- AdnKronos: "Scuola, Grillo a corteo a Bologna: qualche contestazione" - Scrivi

Maroni e le istruzioni dettagliate

Ieri in Piazza NGrassettoavona c'era un camion lasciato passare dalla Polizia.Nel camion c'erano caschi, mazze, forse tirapugni e una ventina di provocatori.Provocatori, non studenti.
I provocatori hanno picchiato gli studenti sotto gli occhi della Polizia.Uno dei provocatori, come si può vedere dal video, è in rapporti affettuosi, di grande simpatia con la Polizia, come se fosse un collega.
La piazza era gremita. Un camion con mazze e teppisti poteva essere lì solo in due casi:
- perchè la Polizia lo ha consentito su ordine di qualcuno
- perchè la Polizia non governava la piazza.
Maroni, il ministro degli Interni, che prende istruzioni dettagliate, un portaordini dello psiconano, dovrebbe spiegarci cosa è successo e dopo dimettersi.
La politica è fallita. Il cittadino può solo dialogare con il poliziotto in tenuta anti sommossa.
Se non basta la Polizia, allora arrivano gli infiltrati, così i giornali e le televisioni di regime possono gridare agli "scontri tra studenti".
Giornalisti, non vi vergognate? Le vostre parole sono peggio delle mazze tricolori degli squadristi di Piazza Navona.

Ps: Qualcuno riesce a identificare la persona nel cerchio rosso del video? Lasci un commento.

Testimonianze da Piazza Navona

Dall'articolo di Curzio Maltese da Repubblica.it:
...Seguo il drappello che si dirige davanti al Senato e incontra il funzionario capo. "Non potete stare fermi mentre picchiano i miei studenti!" protesta una signora coi capelli bianchi. Una studentessa alza la voce: "E ditelo che li proteggete, che volete gli scontri!". Il funzionario urla: "Impara l'educazione, bambina!". La professoressa incalza: "Fate il vostro mestiere, fermate i violenti". Risposta del funzionario: "Ma quelli che fanno violenza sono quelli di sinistra". C'è un'insurrezione del drappello: "Di sinistra? Con le svastiche?". La professoressa coi capelli bianchi esibisce un grande crocifisso che porta al collo: "Io sono cattolica. Insegno da 32 anni e non ho mai visto un'azione di violenza da parte dei miei studenti. C'è gente con le spranghe che picchia ragazzi indifesi. Che c'entra se sono di destra o di sinistra? È un reato e voi dovete intervenire".

ULTIM'ORA: La risposta della Lega di Maroni: "Gravissime le parole del predicatore Grillo. La smetta con questi toni da capopopolo irresponsabile: non c`è bisogno che qualcuno contribuisca a scaldare gli animi e a gettare con cinismo benzina sul fuoco", dice la deputata leghista Carolina Lussana, vicepresidente della commissione Giustizia a Montecitorio... "Invito i vari grilli parlanti a stare zitti e a evitare di gettare ombre sull`operato delle forze dell`ordine che stanno cercando di garantire l`incolumità dei manifestanti e dei cittadini tutti".

fonte: www.beppegrillo.it

martedì 28 ottobre 2008

LA RACCOMANDATA CHE UCCIDE



Da qualche anno è un fiorire di raccomandate. Una volta si correva in posta per ritirarle. Erano una preoccupazione. Adesso non ci si fa più caso. Sono solo una rottura di balle. La svolta è avvenuta con il passaggio dei servizi pubblici ai privati e dei pagamenti alle società di riscossione. Se uccidi i genitori ne puoi ereditare il patrimonio. Se non paghi una gabella ti sequestrano l'auto, la casa e i dischi di Little Tony.
Andrea mi scrive da Ciampino e allega una raccomandata che gli ha inviato la municipalizzata ASP CIAMPINO. Costo della raccomandata tre euro e cinquanta. Pagamento dovuto 0,02 centesimi.

Indovinate chi paga il costo delle raccomandate, il tempo speso per la compliazione della lettera, la protocollazione, la registrazione, l'invio? Lo sapete già: tutti i clienti delle municipalizzate o di qualunque altro ente pubblico che invi lettere minatorie.
Chi paga le tasse in Italia è super controllato. Se smettesse di pagarle anche lui, infatti, il sistema crollerebbe. Le verifiche sono così severe e puntigliose che trovano dettagli ignorati da qualunque commercialista. Non è raro che chi crede di aver pagato TUTTE le tasse riceva una raccomandata dell'Agenzia delle Entrate e terrorizzato la apra. Piano piano, come quando si guardano le carte da poker. Tutta una vita gli passa davanti. Non sarà il rogito della nonna di 25 anni prima o la fattura pagata in ritardo di un mese all'elettricista che lo ha rovinato per sempre? Quando legge l'importo di 18,50 euro da pagare sulla dichiarazione di tre anni prima per una serie di motivi che non comprenderà mai (potrebbe aiutarlo il suo commercialista per un onorario di 250 euro, ma non è economico) si precipita a pagare. Meno di venti euro... Si sente come se avesse vinto il Supernalotto.
Il giorno seguente gli arriva un'altra raccomandata contenente atti giudiziari. Non è in casa. Si reca in posta dal lavoro che è già sudato. Il vicino gli ha fatto causa? L'azienda lo ha licenziato? L'ex moglie lo cita in tribunale? Nulla di tutto questo, è un parcheggio in sosta vietata, se non lo paghera ENTRO E NON OLTRE gli sequestreranno l'auto. Ma quel giorno non ha usato l'auto, non era in quella via, in quella città. La sanzione è di 52,50. Meglio pagare che ricorrere.Se cambiate residenza non lasciate tracce. Non fate sapere a nessuno dove vi rifugiate.

SU LA TESTA

fonte: www.beppegrillo.it

GOVERNO FASCISTA

BERLUSCONI: "AVVISO AI NAVIGANTI..."

COSSIGA FUORI DAL PARLAMENTO

MARGHERITA HACK
COMMENTO SUI TAGLI DELLA GELMINI

lunedì 27 ottobre 2008

CHI SONO GLI ELETTORI DI FORZA ITALIA (PDL)?

ASCOLTATE LA RISPOSTA

IL SINDACALISTA

REPORT - RAI TRE
domenica 26 ottobre alle 21.30
per rivedere la puntata clicca sulla seguente immagine

I sindacati si autocertificano gli iscritti, la UGL ne dichiara 2.145.995, scavalcando così la UIL che ne dichiara 2.060.000.
Ma chi controlla se effettivamente questi numeri sono veri, visto che soprattutto in base agli iscritti, un sindacato ha più o meno peso nelle trattative? Nel cercare di capire qual è oggi il ruolo del sindacato in Italia, abbiamo provato noi a fare i conti nelle loro tasche e siccome le bugie hanno le gambe corte, ci siamo accorti che qualcuno bara. Abbiamo anche cercato di capire come funziona, come si finanzia e quali servizi offre ai propri tesserati.
Si parte dagli iscritti nelle fabbriche e nel pubblico impiego; si ricostruisce il ruolo del delegato, del funzionario territoriale, di quello provinciale, regionale e nazionale. Alla fine abbiamo contato 700 mila rappresentanti: un esercito! 3.300 sono ex dipendenti pubblici, distaccati, che continuano a percepire lo stipendio dal pubblico.
Abbiamo visto che in alcune categorie non riescono a far rispettare i contratti e a tutelare i lavoratori. Nel settore delle telecomunicazioni ci sono dipendenti che pur lavorando nella stessa azienda e ricoprendo le stesse mansioni, arrivano ad avere stipendi completamente diversi: l'uno la metà dell’altro.
I lavoratori non si fidano più dei sindacati, e gli iscritti calano, ma senza rappresentanza i rapporti di lavoro degenerano.
E poi c'è l'esercito dei disoccupati organizzati, che si sono riuniti pure loro in un sindacato. Ma ormai hanno tutti i capelli bianchi.

domenica 26 ottobre 2008

Congo reviolé

Stupri di massa in Congo

Il mondo si è fermato in Congo. Un Paese dove è nata una nuova parola: reviolé, ri-stuprata.
Il più grande stupro di massa della Storia è in atto in Africa tra una notizia da Wall Street e un ribasso del Nikkei da Tokio. La signora Muhindo del "Centro di assistenza Olame" in Congo ha detto: "E' una vergogna non solo per il Congo, ma per tutta l'umanità".
In Congo lo stupro è un'arma di guerra dal 1996, quando morirono cinque milioni di persone. Da allora è endemico. Usato da tutte le parti in conflitto.
L'Occidente, come le stelle, resta a guardare. Una delle più importanti basi ONU si trova in Congo. Ha 17.000 soldati. Il loro mandato ufficiale è l'utilizzo di ogni mezzo per proteggere i civili. Ma non muovono un dito.
Il governo centrale e i numerosi gruppi armati dell'est del Paese sono in conflitto permanente e decine di migliaia di donne, di qualunque età, sono sia le prede che le armi con cui si combatte.
Molte di loro, sopravvissute ai conflitti precedenti, sono riviolentate, reviolè.
La legge in Congo non prevede il reato di stupro. Essere stuprate con un fucile o sparate nella vagina non è contemplato dal codice penale. Vénantie Bisimua, fondatrice del "Network of Women for the Defence of Rights and Peace" in Congo spiega che il governo ha altre priorità. Le stesse degli Stati stranieri che attingono a piene mani dalle risorse minerarie del Congo e che non fanno nulla.
Si combatte in Afghanistan e in Iraq per il petrolio. Si assiste ai massacri del Congo per non disturbare le multinazionali delle materie prime.
Chi volesse aiutare le donne congolesi può mettersi in contatto con il "Social Aid For the Elimination of Rape (SAFER)" dell'Università di Toronto.
Leggi l'articolo sulle reviolé in Congo da The Globeandmail.
Ps: Ma Topo Gigio Veltroni non doveva andare in Congo?

UNIVERSITA', IL BUSINESS DEI LAUREATI PRECOCI

Tasic, un serbo di 19 anni, è finito su tutti i giornali del mondo perché, partito per l'America per studiare, ha preso la laurea e pure il dottorato in otto giorni? Noi italiani, di geni, ne abbiamo a migliaia. O almeno così dicono i numeri, stupefacenti, di alcune università. Numeri che, da soli, rivelano più di mille dossier sul degrado del titolo di «dottore». I «laureati precoci», studenti straordinari che riescono a finire l'università in anticipo sul previsto, ci sono sempre stati. È l'accelerazione degli ultimi anni ad essere sbalorditiva. Soprattutto nei corsi di laurea triennali, dove i «precoci» tra il 2006 e il 2007, stando alla banca dati del ministero dell'Università, sono cresciuti del 57% arrivando ad essere 11.874: pari al 6,83% del totale. Tema: è mai possibile che un «dottore» su 14 vada veloce come Usain Bolt? C'è di più: stando al rapporto 2007 sull'università elaborato dal Cnvsu, il Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario, quasi la metà di tutti questi Usain Bolt, per la precisione il 46%, ha preso nel 2006 l'alloro in due soli atenei. Per capirci: in due hanno sfornato tanti «dottori» quanto tutti gli altri 92 messi insieme. Quali sono queste culle del sapere occidentale colpevolmente ignorate dalle classifiche internazionali come quella della Shanghai Jiao Tong University secondo cui il primo ateneo italiano nel 2008, La Sapienza di Roma, è al 146˚ posto e Padova al 189˚? Risposta ufficiale del Cnvsu: «Stiamo elaborando i dati aggiornati per la pubblicazione del rapporto 2008. Comunque i dati sui laureati sono pubblici e consultabili sul sito dell'ufficio statistica del Miur». Infatti la risposta c'è: le culle del sapere che sfornano più «precoci» sono l'Università di Siena (494ª nella classifica di Shanghai) e la «Gabriele D'Annunzio» di Chieti e Pescara, che non figura neppure tra le prime 500 del pianeta. Numeri alla mano, risulta che dall'ateneo abruzzese, che grazie al contenitore unico di un'omonima Fondazione presieduta dal rettore Franco Cuccurullo e finanziata da molte delle maggiori case farmaceutiche (Angelini, Kowa, Ingenix, Fournier, Astra Zeneca, Boheringer, Bristol- Myers...), conta su una università telematica parallela non meno generosa, sono usciti nel 2007 la bellezza di 5.718 studenti con laurea triennale. In maggioranza (53%) immatricolati, stando ai dati, nell'anno accademico 2005-2006 o dopo. Il che fa pensare che si siano laureati in due anni o addirittura in pochi mesi. Quanto all'ateneo di Siena, i precoci nel 2007 sono risultati 1.918 su un totale di 4.060 «triennali»: il 47,2%. La metà.
Ancora più sorprendente, tuttavia, è la quota di maschi: su 1.918 sono 1.897. Contro 21 femmine. Come mai? Con ogni probabilità perché alla fine del 2003 l'Università firmò una convenzione coi carabinieri che consentiva ai marescialli che avevano seguito il corso biennale interno di farsi riconoscere la bellezza di 124 «crediti formativi». Per raggiungere i 148 necessari ad ottenere la laurea triennale in Scienza dell'amministrazione, a quel punto, bastava presentare tre tesine da 8 crediti ciascuna. E il gioco era fatto. Ma facciamo un passo indietro. Tutto era nato quando, alla fine degli anni Novanta, il ministro Luigi Berlinguer, adeguando le norme a quelle europee, aveva introdotto la laurea triennale. Laurea alla portata di chi, avendo accumulato anni d'esperienza nel suo lavoro, poteva mettere a frutto questa sua professionalità grazie al riconoscimento di un certo numero di quei «crediti formativi» di cui dicevamo. Un'innovazione di per sé sensata. Ma rivelatasi presto, all'italiana, devastante. Colpa del peso che da noi viene dato nei concorsi pubblici, nelle graduatorie interne, nelle promozioni, non alle valutazioni sulle capacità professionali delle persone ma al «pezzo di carta», il cui valore legale non è mai stato (ahinoi!) abolito. Colpa del modo in cui molti atenei hanno interpretato l'autonomia gestionale. Colpa delle crescenti ristrettezze economiche, che hanno spinto alcune università a lanciarsi in una pazza corsa ad accumulare più iscritti possibili per avere più rette possibili e chiedere al governo più finanziamenti possibili. Va da sé che, in una giungla di questo genere, la gara ad accaparrarsi il maggior numero di studenti è passata attraverso l'offerta di convenzioni generosissime con grandi gruppi di persone unite da una divisa o da un Ordine professionale, un'associazione o un sindacato. Dai vigili del fuoco ai giornalisti, dai finanzieri agli iscritti alla Uil. E va da sé che, per spuntarla, c'è chi era arrivato a sbandierare «occasioni d'oro, siore e siore, occasioni irripetibili». Come appunto quei 124 crediti su 148 necessari alla laurea, annullati solo dopo lo scoppio di roventi polemiche. Un andazzo pazzesco, (grazie alla Moratti durante i 5 anni del governo Berlusconi) interrotto solo nel maggio 2007 da Fabio Mussi («Mai più di 60 crediti: mai più!») quando ormai buona parte dei buoi era già scappata dalle stalle. Peggio. Perfino dopo quell'argine eretto dal predecessore della Gelmini, c'è chi ha tirato diritto. Come la «Kore» di Enna che, nonostante il provvedimento mussiano prevedesse che il taglio dei crediti doveva essere applicato tassativamente dall'anno accademico 2006-2007, ha pubblicato sul suo sito internet il seguente avviso: «Si comunica che, a seguito della disposizione del ministro Mussi, l'Università di Enna ha deciso di procedere alla riformulazione delle convenzioni» ma «facendo salvi i diritti acquisiti da coloro che vi abbiano fatto esplicito riferimento, sia in sede di immatricolazione che in sede di iscrizione a corsi singoli, nell'ambito dell'anno accademico 2006-2007».
Bene: sapete quanti studenti risultano aver preso la laurea triennale nell'ateneo siciliano in meno di due anni grazie ad accordi come quello con i poliziotti (76 crediti riconosciuti agli agenti, 106 ai sovrintendenti e addirittura 127 agli ispettori) che volevano diventare dottori in «Mediazione culturale e cooperazione euromediterranea»? Una marea: il 79%. Una percentuale superiore perfino a quella della Libera università degli Studi San Pio V di Roma: 645 precoci su 886, pari al 73%. E inferiore solo a quella della Tel.M.A., l'università telematica legata al Formez, l'ente di formazione che dipende dal Dipartimento della funzione pubblica: 428 «precoci» su 468 laureati. Vale a dire il 91,4%. Che senso ha regalare le lauree così, a chi ha l'unico merito di essere iscritto alla Cisl o di lavorare all'Aci? È una domanda ustionante, da girare a tutti coloro che hanno governato questo Paese. Tutti. E che certo non può essere liquidata buttando tutto nel calderone degli errori della sinistra, come ha fatto l'altro ieri Mariastella Gelmini dicendo che di tutte le magagne universitarie «non ha certo colpa il governo Berlusconi che, anzi, è il primo governo che vuol mettere ordine». Sicura? Certo, non c'era lei l'altra volta alla guida del ministero. Ma la magica moltiplicazione delle università (soprattutto telematiche), la corsa alle convenzioni più assurde e il diluvio di «lauree sprint», lo dicono i numeri e le date, è avvenuta anche se non soprattutto negli anni berlusconiani dal 2001 al 2006: Grazie MORATTI. E pretendere oggi una delega in bianco perché «non si disturba il manovratore», è forse un po' troppo. O no?
di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella

BERGONZONI A BOLOGNA

sabato 25 ottobre 2008

LE MANI SUL FUTURO

ANNOZERO - RAI DUE
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Gli studenti delle Università, delle scuole superiori e i genitori delle scuole elementari scendono in piazza in tutta Italia per protestare contro le riforme e i tagli all’istruzione. Lo slogan della protesta è: Noi la crisi non la paghiamo. Mentre vengono stanziati miliardi per la crisi finanziaria, si tagliano i fondi per l’istruzione e la ricerca. Cioè sul futuro delle nuove generazioni. Le mani sul futuro è il titolo della puntata di Annozero di giovedì 23 ottobre in onda su Rai due alle 21.00.
In studio il segretario del Partito democratico Walter Veltroni,il capogruppo della Lega Nord alla Camera Roberto Cota e il vicedirettore del "Giornale" Nicola Porro.

TFR ADDIO

Chi ha tenuto il suo TFR in azienda ha avuto un rendimento del 3,5%. Chi, seguendo il consiglio dei sindacati, dei partiti e dei promotori finanziari, lo ha investito nei fondi pensione ha perso circa il 20%. Ed è solo l'inizio. Con la Borsa in picchiata, per i futuri pensionati la liquidazione servirà per il cappuccino e il becchime per i piccioni. Sindacati, Confindustria, Partiti e Banche si sono inghiottiti un altro tesoretto. Non rimane più quasi nulla da spolpare al cittadino. Possono solo taglare i servizi, la Scuola, la Polizia, la Sanità fino all'epilogo delle pentole argentine.
"Se lavori nel settore privato ed entro fine giugno non dici nulla, il tuo TFR finirà nel risparmio gestito. Un’avventura da far tremare i polsi. Da vent’anni i fondi comuni fanno perdere soldi. E i fondi pensione sono pronti a ripetere gli stessi disastri. Il silenzio assenso è una trappola. Cambiano le carte in tavola senza chiedere nulla. E’ il gioco delle tre tavolette con i soldi di una vita. Non è vero che costruiscono una pensione integrativa: danno il TFR in pasto all’industria del risparmio gestito." Beppe Grillo, 6 giugno 2007.
Leggete la lettera di Beppe Scienza, matematico, studioso del risparmio e della previdenza integrativa.
Tre milioni di italiani in carcere, di Beppe Scienza
"Per gli italiani la previdenza integrativa è come una prigione. Sindacati ed economisti di regime (Marcello Messori, Giuliano Cassola, Elsa Fornero ecc.) gli hanno tirato un bel bidone coi fondi pensione. Circa tre milioni di lavoratori hanno rinunciato al loro TFR e ora sono ingabbiati per sempre. Per giunta presi in giro da chi voleva arricchirsi alle loro spalle, come la società di gestione Anima che aveva l’impudenza di affermare: “L’investimento in un fondo pensione è una scelta intelligente”. Si è visto che razza di scelta è stata: dall’estate del 2007 una batosta dopo l’altra.
La trappola è scattata a giugno dell’anno scorso. Da allora è andata prima male e poi malissimo nel 2008. Ne sanno qualcosa i lavoratori chimici (fondo Fonchim) che a fine settembre perdevano il 14,8% da inizio anno, i metalmeccanici (fondo Cometa) con un risultato negativo del 10% o i ferrovieri (fondo Eurofer) con un deficit del 17%. Questi sono i minus delle linee azionarie, ma anche le altre hanno fatto peggio del TFR.
Però la cosa più grave è la mancanza di libertà. Chi ha aderito a un fondo pensione, soprattutto per le insistenze dei sindacati, è come condannato a vita. Finché lavora, il suo TFR continuerà a finire lì, volente o nolente. Ma anche andando in pensione otterrà soltanto la semilibertà. Metà di quanto si sarà salvato (il cosiddetto montante), non potrà ritirarlo perché verrà convertito in una rendita, a condizioni decise da altri.
Purtroppo non può neanche sperare nella grazia del Capo dello Stato. Per la previdenza integrativa non è prevista. In compenso ogni due anni può cambiare cella. Cioè può passare per esempio da una linea azionaria e a una garantita, restando nello stesso fondo. Peccato che tali garanzie sia solo propaganda, con linee “garantite” in negativo del 3% da inizio 2008 (fondo Fonchim)! Volendo può anche cambiare prigione. Cioè non solo la linea di gestione, ma anche il fondo. Non può però riacquistare la libertà: l’ergastolo è l’ergastolo!
È rimasto in libertà solo chi si è tenuto il TFR. Tranquillo e sicuro, lo vede crescere giorno dopo giorno (circa +3,5% da inizio 2008). Se cambia lavoro o va in pensione lo riceve tutto subito; ed è libero di farne cosa vuole.Quindi ha fatto bene chi ha ascoltato i consigli di Beppe Grillo, i miei o anche di Famiglia Cristiana.
Per altro la faccia tosta dei sindacati non ha limiti. Non contenti delle figuracce collezionate col fondo per la scuola (Espero), pochi giorni fa Cgil, Cisl, Uil ecc. si sono incontrati per farne partire due per coprire tutto il settore pubblico (Sirio e Perseo). Sembra una barzelletta." Beppe Scienza

COSSIGA FUORI DAL PARLAMENTO

"Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero ministro dell'Interno. In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perchè pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito... Lasciarli fare (gli universitari, ndr). Ritirare le forze di Polizia dalle strade e dalle Università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di Polizia e Carabinieri. Nel senso che le forze dell'ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano. Soprattutto i docenti. Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì... questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l'incendio".
Intervista a Francesco Cossiga. Presidente emerito della Repubblica Italiana e senatore a vita.

Cossiga ha confessato. Ne va preso atto. In fin dei conti ne va apprezzata la sincerità, neppure Totò Riina aveva osato tanto. Ha solo detto quello che la maggior parte degli italiani sapeva: l'Italia non è una vera democrazia. Forse non lo è mai stata. Quante fandonie ci hanno raccontato da Piazza Fontana in avanti? Sul G8 di Genova? Chi ha attivato il timer delle stragi di Stato?
Cossiga ci ha fornito una lezione magistrale della strategia della tensione. Però, ora, dopo quelle frasi , va dimesso dal Senato e ritirata la sua nomina a presidente emerito della Repubblica Italiana. Voglio vedere se un deputato o un senatore avanzerà la proposta in Parlamento.
Se rimane al suo posto è una vergogna per il Paese e un insulto ai professori e agli studenti. Non va picchiato, è anche lui un docente anziano. Va solo accompagnato in una villa privata. Propongo, per non farlo sentire troppo solo villa Wanda di Arezzo. Insieme a Licio Gelli potrà rinverdire i vecchi tempi, parlare di Gladio, di Moro, dei servizi segreti...

Un consiglio ai ragazzi: portate alle manifestazioni una telecamera, riprendete sempre chi compie atti di violenza. Vedremo chi sono, da dove vengono, se sono dei "facinorosi", come dice lo psiconano, o "agenti provocatori pronti a tutto", come suggerisce Cossiga.


GOVERNO BERLUSCONI - STATO MILITARIZZATO

LA SCUOLA IN DIRETTA

Il nome di Piero Calamandrei, forse, non dirà molto agli studenti che protestano contro settantenni incartapecoriti che gli hanno rubato il presente e gli vogliono togliere la speranza di un futuro.
Il suo nome, forse, non avrà significato per i ragazzi e le ragazze che vedono al vertice delle istituzioni, dell'economia, dell'informazione del loro Paese dei pregiudicati, dei servi, dei lacchè.
Calamandrei, forse, non dirà nulla alla nostra gioventù che vede la Costituzione tradita dal Parlamento, migliaia di caduti sul lavoro ogni anno, milioni di precari e il padre, o la madre, licenziati.
Calamandrei fu professore durante il fascismo, uno dei pochi a non avere nè chiedere mai la tessera del partito. Fondò il Partito d'Azione e fu membro della Consulta. La stessa che oggi è merce di scambio tra lo psiconano e Topo Gigio. Nel 1950 fece un discorso sulla Scuola, parole che sembrano dette oggi per la Scuola della P2.
L'ipotesi di Calamandrei.
"Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuole fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura.
Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica,intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di previlegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole , perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi,come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A “quelle” scuole private. Gli esami sono più facili,si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola previlegiata.
Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare prevalenza alle scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d’occhio i cuochi di questa bassa cucina. L’operazione si fa in tre modi: ve l’ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico." Piero Calamandrei
Discorso pronunciato da Piero Calamandrei al III congresso dell’Associazione a Difesa della Scuola Nazionale, a Roma l’11 febbraio 1950

giovedì 23 ottobre 2008

AVVISO AI NAVIGANTI

Berlusconi: "Avviso ai naviganti..."

Lo psiconano ha lanciato “un avviso ai naviganti”. Ha preso ispirazione dal suo modello, Putin. E ha dichiarato con scansione di parole degna di un padrone che si rivolge ai suoi servi: “Convocherò oggi il ministro degli Interni, darò a lui istruzioni dettagliate” per l’utilizzo della Polizia nelle scuole occupate.
Maroni-prendi-istruzioni è lo stesso condannato a 4 mesi e 20 giorni per resistenza e oltraggio (addentamento di polpaccio) a pubblico ufficiale.
Io, più civilmente, vorrei dare un consiglio, non un avviso, al Navigante: di tagliare la corda. Non è l’unico responsabile dello sfascio, anche se il più in vista. Pagare per tutti non gli conviene. Meglio fare alla romana e filarsela all’inglese.
Il crollo della finanza sta passando il testimone all’economia. Non tutti hanno azioni, ma tutti fanno la spesa e devono mantenere una famiglia.
Le aziende sono strangolate dall’indebitamento e le banche non fanno più credito. In media ogni impresa italiana è indebitata per 176.000 euro. Il gran totale dei debiti aziendali è salito a 916,3 miliardi di euro. Quante imprese chiuderanno quest’anno? Almeno 300.000, ma è un numero prudente, molto ottimista. Nel 2009 la produzione industriale diminuirà, il Prodotto Interno Lordo sarà negativo, le serrate potrebbero raddoppiare. Quando diminuisce la produzione si perdono posti di lavoro. Quanti rimarranno a casa entro la fine del prossimo anno? Due milioni è un numero plausibile.
3,2 milioni di famiglie rischiano di perdere la casa. La rata del mutuo a tasso variabile sta diventando insostenibile. Finiranno in mezzo a una strada? E’ possibile.
L’Islanda è fallita, chi l’avrebbe detto un mese fa? L’Italia fallirà? Chi non l’ha pensato almeno una volta? Il debito pubblico si aggira, senza dare troppo nell’occhio sui mezzi di informazione, sui 1.700 miliardi di euro con 80 miliardi di interessi all’anno da pagare.
Non è più il tempo che Gianni Letta filava. Il bel tempo di Alifarsa, del grembiulino nelle scuole e delle impronte ai Rom è finito. E anche quello della legge salvaprocessi e del Lodo Alfano e dell’opposizione fantasma di Topo Gigio.
Da Palazzo Chigi a Hammamet è un attimo. Nel caso, il Navigante porti con sé Veltroni.

LE PERLE DI BERLUSCONI

fonte: www.beppegrillo.it

mercoledì 22 ottobre 2008

INFORMAZIONE ITALIANA = INFORMAZIONE NORDCOREANA

INFORMAZIONE NORDCOREANA

DEPUTATO PDL BARBIERI
INTERVENTO VERGOGNOSO IN PARLAMENTO

questa informazione non la puoi trovare sulle tv rai e mediaset,
ma solo su qualche tv locali o su you tube

martedì 21 ottobre 2008

AD AMBIVERE, REFERENDUM CONTRO IL LODO ALFANO

I gazebo per la raccolta di firme contro il Lodo Alfano arrivano anche ad Ambivere:
  • Sabato 25 Ottobre, davanti al Fornaio di Lina e alla farmacia del dott. Volta dalle 9.00 alle 12.00;
  • Domenica 30 Novembre, presso la Festa del Maiale in via Cavour dalle 9.00 alle 12.00.

Venite a firmare per abrogare una legge incostituzionale in base alla quale le quattro più alte cariche dello Stato non saranno più processabili anche per reati non attinenti alle loro funzioni, in altre parole la legge sarà uguale per tutti tranne che per questi signori!
Se non accettate che le quattro persone più potenti d'Italia, e quindi quelle che dovrebbero dare l'esempio, godano di uno scudo contro qualunque cosa illegale che facciano, anche contro lo Stato, quindi contro di voi che lavorate e li pagate con le tasse, non solo mentre sono in carica ma anche prima di essere eletti, venite a trovarci muniti di un documento di identità (carta d'identità o patente).

Noi vi aspettiamo!
Firma e fermali!!!


domenica 19 ottobre 2008

GLI SCOPPIATI

REPORT - RAI TRE
In onda domenica 19 ottobre ore 21.30
clicca sulla seguente immagine per vedere lo spot pubblicitario della puntata
Il sistema finanziario si sta disintegrando sotto i nostri occhi, alcune banche sono fallite, altre lo stanno per fare, altre ancora stanno tremando e con loro i risparmiatori e i politici di tutto il mondo, mentre tutto è aumentato, il pane, la benzina, le rate del mutuo...
Chi o cosa ci sta rovinando la vita? E' solo colpa di alcuni istituti bancari americani che sui mutui "malefici" ci volevano guadagnare sopra tre volte?
Sono gli speculatori, è colpa dell'Euro o dei Cinesi e gli Indiani che hanno smesso di andare in bicicletta e ora costringono noi ad usarla? E poi ci dobbiamo rassegnare a pagare prezzi sempre più alti oppure stiamo solo vivendo in una immensa bolla speculativa? Negli ultimi 10 anni siamo passati dalla bolla della new economy a quella immobiliare, dalla bolla del credito a quella del petrolio e delle materie prime. Le bolle partono da un'idea di business che risponde ad un bisogno vero, qualcuno comincia a guadagnare bene, e chi ha tanti soldi da investire lo fa in grandi quantità: è così che si solleva l'onda. Gli investimenti all'inizio rendono anche fino al 30 % e la gente comincia a vedere un miraggio finanziario: opportunità reali anche dove non ci sono. E' inevitabile che a un certo punto la bolla scoppi.
E chi resta con il cerino che brucia in mano? E' sempre la gente comune, anche perché è sempre la stessa bolla che si riempie e che esplode. Chi la crea lo fa per rifarsi delle perdite della precedente. Cosa si può fare per farli smettere?

venerdì 17 ottobre 2008

CHI PERDE PAGA

ANNOZERO - RAI DUE
clicca sulla seguente immagine per vedere la puntata
Chi pagherà i danni creati dalla crisi finanziaria che sta sconvolgendo le economie mondiali? Chi perde paga è il titolo della puntata di Annozero di giovedì 16 ottobre. Gli effetti della crisi sulla condizione delle famiglie e sul lavoro, la precarizzazione che si trasforma in disoccupazione saranno al centro del reportage di Corrado Formigli. Partendo dalle lavoratrici del call center di Legnano che hanno perso il lavoro, ha scoperto una storia di speculazione, affarismo e clientelismo che racconterà in collegamento da Milano.
Ospiti in studio Rosy Bindi del Partito democratico, Benedetto della Vedova del Popolo delle libertà, il giuslavorista Michele Tiraboschi e il giornalista Federico Rampini.

giovedì 16 ottobre 2008

L'OPA SU MEDIASET

Emilio Fede su ROBERTO SAVIANO


Lo psiconano ha lanciato l’allarme per le aziende a rischio OPA.
L’Offerta Pubblica di Acquisto, o OPA, è un’offerta finalizzata all'acquisto di prodotti finanziari.
Se l’azione di una società vale poco o nulla, lanciare un’OPA è conveniente, si offre una cifra superiore alla quotazione e si rastrellano le azioni sul mercato fino a raggiungere la maggioranza.
L’azionista che preferisce l’uovo oggi alla (possibile) gallina domani può vendere le sue azioni (di solito lo fa) a chi ha lanciato l’OPA e incassare molto di più di quanto valgono.
Per fare un esempio a caso, la Mediaset dello psiconano è a rischio OPA. Ieri il suo valore in Borsa era di 3,990 euro per azione. Il 41,11% in meno da inizio 2008.
Da inizio 2007 Mediaset è scesa da 9,501 euro a 3,990. Se un anno fa per comprarla bisognava pagare 100, oggi costa circa 40. Un affarone.
Un’OPA su Mediaset porterebbe numerosi vantaggi. La Presidenza del Consiglio e in futuro quella della Repubblica. Togliersi dalle balle Emilio Fede e Paolo Liguori e Clemente Mimun. Guadagnare un patrimonio grazie alla pubblicità incassata da Publitalia. Veline senza limiti.
E non solo. Ci sarebbe vera informazione. Travaglio direttore del telegiornale. Saviano inviato speciale (e non emigrato all’estero). Dario Fo responsabile della cultura.
Quanto costa liberarci dalla camicia di forza di Testa d’Asfalto? Poco, bisogna solo trovare chi ci mette i soldi.
Ci sono tutti i presupposti per lanciare un’OPA. Ho bisogno di un partner industriale. La BBC per esempio. Io sono a disposizione per la comunicazione dell’asta pubblica. A una condizione: condividere e rendere pubblici palinsesto e conduttori prima dell’OPA.
Aspetto una telefonata, un fax, una mail. Astenersi perditempo.

fonte: www.beppegrillo.it

mercoledì 15 ottobre 2008

ALIFARSA

LA VERITA' SU ALITALIA


La cordata per Alitalia sta tagliando la corda. Tutta colpa della crisi internazionale. I 16 salvatori della compagnia di bandiera sono a corto di liquido. Il capofila Roberto Colaninno aveva promesso di versare 150 milioni di euro in CAI, la nuova società. Non i suoi, come consuetudine dai tempi della scalata a Telecom Italia. I soldi contava di prenderli in prestito, come ogni imprenditore italiano che si rispetti. La scelta è stata oculata. La banca che doveva assistere CAI era infatti la Lehman Brothers. Questi portano sfiga... Appena lo hanno saputo a New York la Lehman è fallita dopo essere sopravvissuta anche al 1929 e si è scatenato il panico nelle Borse mondiali. Colaninno sta cercando altri finanziatori, aspettiamo il prossimo nome per toccarci.
La nuova Alitalia doveva partire, secondo l'amministratore delegato Corrado Passera di Banca Intesa, il primo novembre. Se partirà l'anno prossimo sarà un miracolo. Ancora adesso non si sa chi dei magnifici 16 si presenterà all'assemblea del 28 ottobre. Potrebbero uscire Aponte, l'Ilva di Emilio Riva e Fossati, ma anche il fondo Clessidra, e pure la Marcegaglia voleva mollare tutto, come ha riportato il Corriere della Sera. Il partner straniero non si sa ancora chi è, quale peso avrà. L'unica cosa chiara è che l'Alitalia è già fallita, che Air One, con cui dovrebbe fondersi, ha una barca di debiti e Banca Intesa, sponsor dell'operazione, è tra le maggiori creditrici di tutte e due.
Io sono affascinato da come è stata gestita Alitalia. E' l'uovo di Colombo. Si prende una società fallita per colpa della politica e dei sindacati. La si divide in due parti. Una con tutti i debiti a carico dei contribuenti che viene chiamata: "bad company". E una senza debiti, detta "good company", che si offre a prezzo di realizzo a imprenditori senza soldi (Colaninno), concessionari dello Stato (Benetton) o interessati a EXPO 2015 (Tronchetti). Gente che la potrà rivendere dopo un certo tempo con il dovuto guadagno a una compagnia straniera che entra da subito nel capitale. Un esempio per ogni italiano. Si impacchettano le rate del mutuo, i debiti con i fornitori, le perdite in Borsa e la suocera in una bad company e la si passa allo Stato. Casa, crediti, stipendio, interessi si conferiscono invece a una good company e si riparte come nuovi.
Da Banca Intesa fanno sapere che "la cordata è granitica". Mai visto una corda di granito. Una lapide, invece sì.

IL RITORNO DEI CAIMANI

martedì 14 ottobre 2008

BORSA PULITA

PROCESSO BASSOLINO - IMPREGILO

Affidereste i vostri risparmi a un pregiudicato senza che vi punti contro una pistola? A una persona in attesa di giudizio per truffa, bancarotta, frode fiscale, usura? Chi compra azioni va garantito. L’integrità delle persone che gestiscono l’azienda in cui si investe è un dato economico, non solo penale. La reputazione nel mondo degli affari è tutto.
La fedina penale degli amministratori deve essere visibile nella richiesta di acquisto delle azioni. Uno può scegliere in base al reato. Ho qualche soldo da parte e ho chiesto a mio fratello dove era meglio investire, se in un truffatore, in un usuraio o in un bancarottiere. Mi ha suggerito i Casalesi.
In Borsa ci sono circa 270 società. Ognuna ha un amministratore delegato, un presidente, un direttore generale, un consiglio di amministrazione. La Consob dovrebbe pubblicare nel suo sito l’elenco dei pregiudicati e di chi è in attesa di giudizio. La Borsa deve essere PULITA. Altrimenti meglio il casinò, è più etico, o affidare il nostro patrimonio alla criminalità organizzata, è più sicuro.
Cito di seguito alcuni nomi. Sono tra i Signori della Borsa. Quelli che decidono del futuro dei vostri soldi. L’elenco è molto più lungo. Il Parlamento in confronto alla Borsa è un ritrovo di galantuomini.
Borsa Pulita. Draghi si dia una mossa, il momento è favorevole per una legge sull’etica nella Borsa. Chieda una consulenza alla famiglia dello psiconano.

- Roberto Colaninno. Condannato a 4 anni e 1 mese per bancarotta nel crack Italcase-Bagaglino nel dicembre 2006, interdetto dai pubblici uffici per 5 anni, pene condonate grazie alla legge sull'indulto, è presidente di IMMSI e di Piaggio e consigliere in Mediobanca (da Wikipedia).

- Salvatore Ligresti. Coinvolto in Tangentopoli, arrestato e condannato per tangenti. Dopo aver patteggiato 2 anni e 4 mesi con la giustizia, affidato ai servizi sociali, torna all'attività di costruttore, consigliere in Unicredit, Immobiliare Lombarda e Premafin Finanziaria (da Wikipedia).

- Cesare Romiti. Condanna a undici mesi e dieci giorni di reclusione per irregolarità relative al periodo in cui ricopriva la carica di amministratore delegato del gruppo Fiat, consigliere in RCS Mediagroup e Impregilo.

- Cesare Geronzi. Nel processo per il crack Parmalat è indagato per usura aggravata e concorso in bancarotta fraudolenta. Nel crack Cirio indagato di frode riguardo l'emissione e collocamento dei 'bond' Cirio tramite Capitalia. Per il crack Italcase condannato in primo grado per bancarotta a 1 anno e 8 mesi più l'interdizione di esercitare uffici direttivi presso qualunque impresa per 2 anni, presidente di Mediobanca (da Wikipedia).

- Paolo Scaroni. Nel luglio 1992, anni di Tangentopoli, viene arrestato sotto l'accusa di aver pagato tangenti al PSI per conto della Techint. Nel 1996 si celebra il processo in cui Scaroni chiede di patteggiare la pena: 1 anno e 4 mesi, sotto la soglia della carcerazione. Nel 2006 viene processato dal tribunale di Adria, in qualità di amministratore delegato dell'Enel all'epoca dei fatti, per aver inquinato, con la Centrale di Porto Tolle, il territorio del delta del Po. Viene successivamente condannato ad un mese di reclusione, a titolo colposo, pena che viene convertita in un'ammenda di 1.140 euro. Amministratore delegato di ENI, consigliere di amministrazione in Assicurazioni Generali (da Wikipedia).

IMMSI, Piaggio, Mediobanca, Unicredit, Immobiliare Lombarda, Premafin Finanziaria, RCS Mediagroup, Impregilo, ENI e Assicurazioni Generali sono tutte aziende quotate in Borsa.

Ecco cosa diceva BEPPE GRILLO
nel lontano 16 dicembre 2006

fonte: www.beppegrillo.it

Carnevale in Cassazione. FALCONE e BORSELLINO al CIMITERO

FALCONE E BORSELLINO AL CIMITERO

CORRADO CARNEVALE
detto il giudice AMMAZZA SENTENZE (di condanna ai MAFIOSI)

BORSELLINO, BERLUSCONI, DELL'UTRI E MANGANO

lunedì 13 ottobre 2008

L’INTESA (ALITALIA)

REPORT - RAI TRE
domenica 12 ottobre alle 21.30
per rivedere la puntata clicca sulla seguente immagine

Il 1° dicembre 2006 il governo Prodi decide la cessione del controllo di Alitalia. L'azienda è in vendita ai privati e chi vuole deve comprarsi dal 30 al 49% di Alitalia. Il titolo vola in borsa e circolano i primi nomi: AF/Klm, Lufthansa e spunta anche l'ipotesi di una cordata italiana. Cominciano le trattative e si arriva all'esclusiva con Air France. Jean Cyrill Spinetta tratta con l'azienda e coi sindacati. Intanto cade il governo Prodi e, in campagna elettorale, Silvio Berlusconi dice che quella ad Air France è una svendita e propone una cordata italiana. Il 2 aprile Spinetta abbandona il tavolo di trattativa con i sindacati. Dice che le condizioni poste sono inaccettabili. Silvio Berlusconi vince le elezioni e diventa Presidente del Consiglio. Il nuovo governo incarica Banca Intesa di fare un piano, e vengono varati alcuni decreti per andare in deroga alle leggi. A Luglio nasce il "Progetto Fenice", ovvero la nuova partnership con Airone. A fine Agosto Alitalia è commissariata. La nuova cordata si chiama Cai. Si salva Alitalia, ma soprattutto Air One. Chi sono i soci, gli amministratori, i valutatori. Una cronologia dei fatti dal prestito ponte fino ad oggi, per capire se per l'interesse nazionale era l'unico affare possibile. Abbiamo intervistato tutti i protagonisti che hanno accettato di parlare con noi. Fra questi il Commissario Fantozzi, che alla domanda "è stato approvato un emendamento che garantisce anche a Lei la manleva" la risposta è stata "no, io non ho nessuna manleva". Ma leggendo l'emendamento approvato il 2 ottobre al Senato, ci è sembrato di capire che, qualora la legge venisse approvata anche alla Camera martedì prossimo, una serie di reati non sarebbero configurabili oltre che per Alitalia, anche per tutti gli altri casi di bancarotta. Il Sostituto Procuratore della Repubblica di Roma, Giuseppe Cascini ha dichiarato che se questa norma verrà approvata non saranno perseguibili anche le bancarotte commesse dagli amministratori di altre società per le quali vi è stata la dichiarazione di insolvenza non seguita dal fallimento. Come per i crac Cirio e Parmalat. Il risultato è la abrogazione dei reati fallimentari commessi da Tanzi e da Cragnotti e dai loro correi. L’anticipazione di questa parte dell’inchiesta di Report da parte de La Repubblica ha suscitato la reazione del Governo. Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti ha detto: "O va via questo emendamento o va via il ministro'' e ne ha assicurato la cancellazione.

ALITALIA: UNA COMMEDIA ALL'ITALIANA

domenica 12 ottobre 2008

AD AMBIVERE, REFERENDUM CONTRO IL LODO ALFANO

I gazebo per la raccolta di firme contro il Lodo Alfano arrivano anche ad Ambivere:
  • Sabato 25 Ottobre, davanti al Fornaio di Lina e alla farmacia del dott. Volta dalle 9.00 alle 12.00;
  • Domenica 30 Novembre, presso la Festa del Maiale in via Cavour dalle 9.00 alle 12.00.

Venite a firmare per abrogare una legge incostituzionale in base alla quale le quattro più alte cariche dello Stato non saranno più processabili anche per reati non attinenti alle loro funzioni, in altre parole la legge sarà uguale per tutti tranne che per questi signori!
Se non accettate che le quattro persone più potenti d'Italia, e quindi quelle che dovrebbero dare l'esempio, godano di uno scudo contro qualunque cosa illegale che facciano, anche contro lo Stato, quindi contro di voi che lavorate e li pagate con le tasse, non solo mentre sono in carica ma anche prima di essere eletti, venite a trovarci muniti di un documento di identità (carta d'identità o patente).

Noi vi aspettiamo!
Firma e fermali!!!


GERONZI VUOL DIRE FIDUCIA

Travaglio su Geronzi

“Se il nostro sistema bancario è solido, lo dobbiamo soprattutto ad Antonio Fazio.” Chi lo detto? Cesare Geronzi, due giorni fa.
"Chi nelle aziende sbaglia deve pagare. E non è possibile che qui non si paghi mai: sia quando il dirigente non si dimostra all'altezza e sia quando va sotto processo". Chi lo ha detto? Giulio Tremonti, ministro dell’Economia (per quanto?), due giorni fa.
Geronzi, 72 anni, è coinvolto in numerosi casi giudiziari (da Wikipedia) :
- Parmalat - Eurolat: Nell'ambito del processo per il crack Parmalat è indagato per usura aggravata e concorso in bancarotta fraudolenta. Per l'accusa Geronzi avrebbe costretto Tanzi ad accollarsi la società Ciappazzi, appartenenti al gruppo Ciarrapico. L'investimento sarebbe stato finanziato da Capitalia con tassi da usura. Per il filone Eurolat, Geronzi è stato rinviato a giudizio per estorsione e bancarotta societaria il 5 aprile 2008. Secondo l'accusa, Geronzi avrebbe imposto a Tanzi l'acquisto di Eurolat, società del Gruppo Cirio di Sergio Cragnotti ad un prezzo gonfiato, minacciando di chiudere gli affidamenti bancari. Gli atti del processo sono stati trasferiti da Parma a Roma il 20 giugno perché il reato contestato (estorsione in relazione alla vendita di Eurolat dalla Cirio alla Parmalat) sarebbe stato compiuto a Roma
- Crack Cirio: il banchiere è indagato di frode riguardo l'emissione e collocamento dei 'bond' Cirio tramite Capitalia
- Crack Italcase: Geronzi condannato in primo grado per bancarotta a 1 anno e 8 mesi più l'interdizione di esercitare uffici direttivi presso qualunque impresa per 2 anni
- Caso Telecom: frode fiscale operata dalla lussemburghese Bell (controllata da Hopa, la merchant bank di Emilio Gnutti partecipata anche da Geronzi).
Cesare Geronzi, 72 anni, è presidente del consiglio di sorveglianza di Mediobanca, la banca d’affari al centro del sistema bancario italiano. Con il suo curriculum dovrebbe essere altrove. A scrivere le memorie o a preparare le difese con i suoi avvocati.
Quanto hanno perso gli azionisti di Parmalat, di Cirio, di Italcase? Quanto ha dovuto pagare Geronzi? Perché è intoccabile? Matteo Arpe, amministratore delegato di Capitalia, fu fatto fuori e ora la stessa sorte tocca a Profumo, amministratore delegato di Unicredit, per aver incrociato la sua strada. Perchè? Perché è premiato invece di essere cacciato?
Lui e lo psiconano sono coetanei, entrambi gran frequentatori di aule giudiziarie. Si aiutano a vicenda da vent’anni, dai tempi del possibile fallimento di Mediaset. A Mediobanca, grazie a Geronzi, sono arrivate due new entry, due cavalli di razza: Marina Berlusconi, consigliere di amministrazione, e il tronchetto dell’infelicità, come vice presidente.
Mediobanca è il cuore della finanza e dell’economia italiana. E’ nelle mani di Geronzi, dello psiconano e del tronchetto, gente che ha contribuito al disastro economico che sta per travolgerci. E ai cittadini è chiesta fiducia nelle banche... SENZA VERGOGNA.


Tremonti, la peste e i guardiani

sabato 11 ottobre 2008

Contro il LODO ALFANO: Diretta streaming da Piazza Navona



Personalità del mondo della politica, dell'economia, dello spettacolo e del sociale interverranno durante la giornata.
Alcuni tra gli artisti ci saranno il gruppo "Le Coccinelle", la compagnia teatrale Opera Prima la compagnia teatrale Artenova, l'orchestra di percussioni Akuna Matata, Andrea Rivera, Enrico Capuano, Tammurriata Rock, Enzo Avitabile e Simone Cristicchi.
Interverranno, inoltre, esponenti dell’Italia dei Valori: Sen. Felice Belisario, On. Massimo Donadi, On. Silvana Mura, Sen. Francesco Pardi.
A partire dalle ore 14:45 inizieranno, tra gli altri, gli interventi di: Dario Fo, Franca Rame, Peter Gomez, esponenti del Movimento Antimafia “Ammazzateci Tutti”, costituzionalisti e rappresentanti dei Giuristi Democratici.
Il Presidente Antonio Di Pietro interverrà verso le ore 17:00.
Dalle ore 10.00 alle ore 20.00 saranno raccolte le firme per il Referendum.
Diretta satellitare dalle ore 16:30 alle 18:30:
Bouquet sky 872.
Satellite libero hot bird 13° est frequenza 11013 s/r 27500 fec.3/4 pol h


I SOLDI SONO NULLA

ANNOZERO - RAI DUE
clicca sulla seguente immagine per vedere la puntata
La crisi che sta travolgendo le borse mondiali avrà ripercussioni sulle economie reali? Che contraccolpi ci possono essere per i risparmiatori italiani? Il sistema bancario italiano è davvero così diverso dagli altri da essere immune dal contagio, come tutti stanno ripetendo in questi giorni? Sono queste le domande della puntata di Annozero di Michele Santoro in onda giovedì 9 ottobre 2008 su Rai due alle 21.05."I soldi sono nulla" è il titolo della puntata che ha raccontato l’origine di questa crisi, il suo sviluppo e le conseguenze sull’economia. Il mondo politico reagisce diffondendo rassicurazioni e tranquillità davanti alle preoccupazioni dei risparmiatori. Le spiegazioni delle ragioni della crisi e i commenti sono stati affidati a Federico Rampini di Repubblica, Massimo Mucchetti del Corriere della Sera, Nicola Porro del Giornale, Stefano Cingolani del Foglio e Loretta Napoleoni, economista. Corrado Formigli ha condotto un collegamento in diretta con alcuni risparmiatori in difficoltà per la crisi delle banche.

LE CODE AL BANCOMAT


LA CRISI ECONOMICA

Questa mattina un gruppo di persone si è messo in coda davanti a un bancomat. Nessuno prelevava. Discutevano del più e del meno tra di loro. I passanti li osservavano con preoccupazione e si dicevano l’un l’altro: “Hai visto che c’è la coda…”. Alcuni si fermavano mettendosi diligentemente in fila. Poiché nessuno prelevava la fila si allungava a vista d’occhio. Con l'aumentare dell’assembramento cresceva la paura e le voci incontrollate di fallimento della banca. Sportelli chiusi, bancomat all’asciutto. I primi della fila rimanevano però imperturbabili, chiacchieravano, scherzavano. Dopo una mezz’ora una signora è uscita dalla fila e si è avvicinata a un ragazzo appoggiato al bancomat. Gli ha domandato perché la banca non erogava i soldi. Il ragazzo ha risposto che non era lì per prelevare, ma per seminare il panico.

Il terrore sta contagiando tutti, ma la stalla è aperta da tempo e i buoi sono già scappati. Si è svegliato Morfeo Napolitano chiedendo “Regole etiche per le banche”. Da far tremare i polsi. Dopo le rassicurazioni dello psiconano la Borsa di Milano è stata rasa al suolo. Perché non chiuderla per un mese insieme alle Borse più importanti? Nel frattempo, con calma, si possono riunire le banche centrali, il G8 e prendere decisioni comuni e definitive.

La distruzione del valore delle azioni equivale a un olocausto degli investitori. Quanto può andare avanti? E perché deve andare avanti? Chi ha comprato un’azione ha dato i suoi risparmi a un’azienda in cui riponeva la sua fiducia. E’ lui che perde i soldi, non l’azienda. Stiamo assistendo a un gioco al massacro.

Falliranno le famiglie, non le banche. I governi non possono far saltare il sistema bancario. Hanno la possibilità di creare la moneta dal nulla. Di scaricarla sul debito pubblico. Non esiste la moneta, esiste il debito. I soccorsi alle banche li pagano i cittadini.

Quando Paulson, il ministro del Tesoro degli Stati Uniti, regala 700 miliardi di dollari alle banche, indebita tutti gli americani. Loro, i figli, i nipoti pagheranno il debito con le tasse. Quando Testa d’Asfalto dice che gli italiani non perderanno neppure un euro, non spiega che gli stessi italiani si indebiteranno di decine di miliardi di euro per salvare le banche.

E’ una strana società. Nasciamo con il debito, viviamo per pagare i debiti, moriamo lasciando in eredità i debiti. Debiti fatti da altri, da governi che non ci chiedono mai il permesso. Spendono i nostri debiti. A chi conviene l’azzeramento del valore di Borsa delle aziende? Forse a chi ha debiti e, per non rimborsarli, li distrugge?Fate anche voi le vostre code finte davanti agli sportelli automatici. L’adrenalina dei vostri concittadini andrà a mille.

fonte: www.beppegrillo.it

IL DISCEPOLO 1816

LA MONETA

LA CRISI ECONOMICA

Sei felice dell'aria che respiri ad Ambivere?