sabato 26 gennaio 2008

Paolo BORSELLINO: Lezioni sulla Mafia

Una lezione di VITA e sulla MAFIA di PAOLO BORSELLINO:

domenica 20 gennaio 2008

Maurizio Pallante e la scomparsa dei rifiuti

fonte: beppegrillo.it

Non si parla più della spazzatura di Napoli. L'interesse si è spostato sulla spazzatura politica, più nociva e non riciclabile.Gli inceneritori sono dannosi per la nostra salute e per le nostre tasche. Li sovvenzioniamo attraverso una trattenuta sulla bolletta dell'ENEL di circa il 7% che si chiama CIP6. Senza chiuderebbero tutti. Un contributo sottratto alle energie rinnovabili a cui era stato destinato. Un inceneritore spreca energia invece di generarla, è dimostrato, e soppravvive solo grazie alla tassa sull'energia elettrica.Per cambiare bisogna arrivare all'autoriduzione della bolletta sino a quando il CIP6 non sarà destinato all'eolico e al solare come avviene in Europa. Ci sto pensando.Seguiranno istruzioni sul blog. Stay tuned.Ascoltate l'intervista a Maurizio Pallante esperto di tecnologie ambientali e consulente del ministero dell'Ambiente.


Leggi tutti i post della "Casta dei giornali".

giovedì 17 gennaio 2008

Biutiful cauntri

fonte: beppegrillo.it



Leggi la scheda di Biùtiful cauntri

L'inceneritore di Terni è stato chiuso. Si ipotizza il reato di disastro ambientale. Gli inceneritori sono antistorici e producono diossina e nanoparticelle. Se quello che scrivo è vero e documentato, allora sotto accusa devono finire in futuro tutti coloro che sono responsabili di morti di tumori: i politici, gli amministratori, gli imprenditori con i soldi del CIP6 della bolletta dell'energia elettrica.
Se ciò che dico è falso, invito i piazzisti degli inceneritori a dimostrare il contrario su questo blog.

"Caro Beppe,
temo che le decisioni politiche degli ultimi giorni sul "caso Pianura" in Campania intendano utilizzare l'emergenza per legittimare ed adottare scelte di lungo periodo.
In questi giorni, anche attraverso un bombardamento mediatico, intriso di superficialità e luoghi comuni sembrerebbe, infatti, che l'emergenza rifiuti in Campania possa risolversi soltanto attraverso discariche ed inceneritori, senza la consapevolezza che ciò rappresenta una strategia politica di lungo periodo e non unicamente la risoluzione del contingente.
Si vuole attuare una precisa scelta politica, oggetto di ripensamento in tutta Europa, ovvero sbilanciare la gestione dei rifiuti sulla realizzazione degli impianti, piuttosto che sulla politica delle "r":
- riduzione dei consumi
- raccolta differenziata
- recupero
- riparazione
- riuso
- riciclaggio.
Si vuole attuare una precisa scelta politica: realizzare in Campania tre impianti di incenerimento nel territorio della provincia di Salerno, ad Acerra (Napoli) e a Santa Maria La Fossa (Caserta). L'impianto di Acerra, come è noto, privo di valutazione d'impatto ambientale e vetusto nelle tecnologie, come ampiamente dimostrato dalla Commissione bicamerale sui rifiuti, è sovradimensionato, e per essere economicamente vantaggioso, dovrebbe bruciare quantità di CDR (combustibile derivato da rifiuti) in proporzioni tali da scoraggiare e quindi pregiudicare la raccolta differenziata e la filiera virtuosa ad essa riconducibile, determinando, come evidenziato dalla Corte dei Conti, anche un danno patrimoniale alle finanze locali.
L'orientamento dettato dall'emergenza intende sbilanciare la gestione del ciclo integrato dei rifiuti a favore di un sistema di combustione classica, assegnando la funzione principale all'ipotesi di incenerimento dei rifiuti, indicata invece residuale e marginale dalla normativa e dalla giurisprudenza vigente.
Per invertire radicalmente la rotta della politica dei rifiuti in Italia bisogna uscire dal cul de sac del CIP 6 e abrogare definitivamente, anche per gli impianti già realizzati, la delibera n. 6 del comitato interministeriale prezzi che nel 1992 dichiarava, unico Paese in Europa, il rifiuto fonte rinnovabile, prevedendo sovvenzioni pubbliche per gli impianti di incenerimento. Il CIP 6, prelevando le risorse direttamente dai cittadini, attraverso le bollette dell'energia elettrica, ha influenzato, negli ultimi quindici anni, la politica dei rifiuti in Italia, incentrandola prevalentemente sulla fase terminale, appunto sullo smaltimento e sulla progettazione e realizzazione di impianti di incenerimento. Attraverso il CIP 6 sono state alimentate sacche parassitarie e rendite finanziarie che hanno avuto quale loro principale obiettivo bruciare la maggior quantità di rifiuti "tal quale", impedendo ed ostacolando il decollo della raccolta differenziata. I finanziamenti pubblici provenienti dal CIP 6 hanno influenzato gli strumenti di pianificazione regionale e rallentato, non soltanto lo sviluppo della raccolta differenziata, ma fonti di energia pulita e rinnovabile come l'eolico ed il fotovoltaico.
Una pratica quella dell'incenerimento che alimenta lo spreco, con una resa energetica del 10-15% contro un dispendio di risorse che l'energia prodotta non compensa neppure lontanamente. Una pratica che incentiva la realizzazione di impianti che a pieno regime producono, al di là delle tossiche e nocive polveri ultra-sottili, una quantità di ceneri tali da richiedere la realizzazione di discariche in grande quantità per collocare i nuovi rifiuti prodotti dalla combustione. In questo senso basta fare un giro a Montichiari dove vengono tumulate le ceneri e le polveri del megainceneritore di Brescia, condannato tra l'altro da una recente sentenza della Corte di Giustizia.
Si prenda dunque con serietà e rigore l'ipotesi di passare da metodi primordiali di smaltimento quali "il fuoco e le buche" a modelli già sperimentati con successo in alcune parti d'Italia come il trattamento meccanico biologico "a freddo". Si utilizzi l'emergenza come una grande occasione di rilancio e rinnovamento e non come il pretesto per affermare scelte che guardano indietro, ovvero all'era del fuoco." Alberto Lucarelli - Ordinario di diritto pubblico - Università di Napoli Federico II

mercoledì 2 gennaio 2008

Ambivere: odori molesti, proteste e petizione

tratto da: Eco di Bergamo 21 settembre 07

«Vogliamo che chiunque sia preposto alla tutela dell'ambiente e della salute pubblica intervenga tempestivamente a effettuare o a richiedere gli opportuni controlli; che vengano fatti monitoraggi continui e visibili in tempo reale a tutti per garantire la giusta trasparenza; che si garantisca con assoluta certezza la non pericolosità delle esalazioni delle attività presenti sul territorio; che si provveda affinché non vi sia neppure alcun fastidio o molestia olfattiva tale da creare alcun problema a tutti».
È la richiesta, firmata da 132 cittadini di Ambivere, residenti nella zona nord del paese, trasmessa al sindaco Alma Ravasio, al presidente della Provincia di Bergamo, al comandante la stazione dei carabinieri e al direttore dell'Arpa regionale (dipartimento di Bergamo), perché abbiano a cessare sul territorio comunale di Ambivere gli odori molesti provocati da attività produttive presenti sul territorio.
«Gli odori fastidiosi si manifestano principalmente la sera dopo le 22, alternando esalazioni che puzzano di bruciato a odori acri di fonderia – spiega uno dei firmatari della petizione presentata –. Molto forte è stata l'ondata maleodorante avvenuta a metà luglio verso l'una di notte, che ha invaso il paese con un fumo nero, obbligandoci a tapparci in casa, nonostante il caldo. Ora non siamo più disposti a tollerare episodi di questo genere, che persistono ancora, anche se non più come quella notte».
Dal sindaco Alma Ravasio abbiamo saputo che anche a Palazzago, un agglomerato di case che dà sulla strada Briantea limitrofa al territorio di Ambivere, ha registrato problemi di odori molesti, e i residenti hanno presentato ai loro amministratori una richiesta firmata da oltre trenta persone. Richiesta che il Comune di Palazzago ha poi girato al sindaco di Ambivere. «Questi odori non ci devono essere e io sono la prima a volere che cessino – risponde dunque Alma Ravasio –. Ripeto che già mi sto muovendo attraverso le istituzioni di controllo e questa è la risposta ai cittadini firmatari e a tutta la comunità».
Da quanto si è potuto sapere, per monitorare questi odori molesti è necessario procedere con rilevazioni attraverso i cosiddetti nasi elettronici o cattura odori, che possono classificarli e registrarli. L'Arpa di Bergamo è sprovvista di questo mezzo tecnologico che però si può affittare da società specializzate. Serve che qualcuno si assuma l'onere della spesa.

di Angelo Monzani

...DA SETTEMBRE SONO PASSATI PIU' DI TRE MESI. VORREMMO SAPERE SE ED EVENTUALMENTE COME L'ATTUALE AMMINISTRAZIONE SI SIA MOSSA NEL TUTELARE LA SALUTE DEI PROPRI CITTADINI. ATTENDIAMO SPERANZOSI...

martedì 1 gennaio 2008

CROZZA ITALIA

Per cominciare in allegria il nuovo anno, di seguito, abbiamo inserito i video delle splendide parodie delle canzoni degli ABBA, trasmesse su La7 in "CROZZA ITALIA". Un modo divertente di raccontare l'Italia di oggi.





Sei felice dell'aria che respiri ad Ambivere?