venerdì 5 dicembre 2008

La patata bollente da 98 miliardi

Marco Smiroldo, magistrato della Corte dei Conti

Ieri il blog era presente con un suo inviato alla Corte dei Conti. Non c'era quasi nessun altro giornalista. 98 miliardi di euro di presunto danno erariale da parte delle concessionarie di slot machine non meritano tutta questa importanza. Tre finanziarie. Chissà perchè? Non vorrei che fossero coinvolti i partiti perchè in quel caso sarebbe tutto chiaro. Il processo amministrativo si è concluso con una decisione che chiede ad altri di decidere. In sostanza la Corte dei Conti rimanda la decisione su chi deve decidere l'importo del danno alla Corte di Cassazione. Che, forse tra qualche anno, attribuirà la competenza al Tar del Lazio, alla Corte dei Conti o alla giustizia ordinaria.

Due settimanne fa, a Milano , è stata arrestata una signora italiana, incensurata, per aver rubato qualche decina di euro di cibo perchè aveva fame. (VERGOGNA!!!)

Li sentite i bufali? Il loro zoccolo è sempre più pesante.

Post precedenti:
Caccia agli evasori
Bische di Stato
Il potere del silenzio

fonte: www.beppegrillo.it

venerdì 28 novembre 2008

MADASCAR, DAEWOO E NEOCOLONIALISMO

Il progetto di Daewoo in Madagascar



Che cosa hanno in comune Madagascar e Corea del Sud ? In apparenza nulla. Il primo è un Paese in via di sviluppo, il secondo è una potenza economica. Uno sta in Africa, l'altro in Asia. I malgasci hanno un territorio incontaminato. Ai coreani manca il terreno coltivabile. Il Madagascar ha 28 abitanti per km2, la Corea del Sud 493 abitanti per km2.
Due Paesi diversi tra loro, ma accomunati oggi dalla Daewoo e dal neocolonialismo senza capitali. Tronchetti e Colaninno hanno fatto scuola anche all'estero.
Un tempo si regalavano collanine e pietre lucenti agli indigeni in cambio di ogni ben di Dio. Oggi neppure quelli.
La Corea del Sud ha bisogno di mais, di olio di palma, di prodotti dell'agricoltura. Il Madagascar ha terra. La Daewoo sigla un accordo con il governo del Madagascar. Cessione di 1,3 milioni di ettari coltivabili per 99 anni. Più della metà della terra coltivabile del Paese (2,5 milioni di ettari).
Il tutto GRATIS. In cambio la Daewoo si impegna ad assumere i malgasci come contadini.

Immagine dal Financial Times

Secondo mister Hong, manager della Daewoo: "E' terra totalmente non sviluppata, incontaminata. E noi daremo lavoro rendendola coltivabile, e questo è buono per il Madagascar.
"I prodotti di 1,3 milioni di ettari del Madagascar saranno inviati in Corea del Sud per il suo fabbisogno, è probabile che neppure una pannocchia rimanga ai malgasci.
Il Madagascar fa parte del World Food Programme da cui riceve cibo per 600.000 persone che vivono al limite della sussistenza. Gente alla fame alla quale si aggiungeranno migliaia di piccoli agricoltori con le loro famiglie.

Distruzione foreste in Madagascar - foto Foko -Madagascar


Gli 1,3 milioni di ettari sono in gran parte foreste. Saranno distrutte con pesanti effetti sul clima. Il contadino del Madagascar viene espropriato della terra, il cibo viene inviato all'estero, il suo ambiente viene distrutto. In cambio potrà lavorare per la Daewoo. Che culo!
Chi ha risorse non ha soldi. Chi ha soldi si compra le risorse. Ma cosa sono i soldi? Da dove provengono? Indovinate. Dalle risorse di chi non ha soldi.
L' Africa ha la maggior parte della terra fertile non coltivata del mondo e la maggior parte dei morti di fame. Una ragione ci sarà.

fonte: www.beppegrillo.it

martedì 25 novembre 2008

BERLUSCONI: Menzogne e show

perchè Villari non si dimette ?


Silvio Berlusconi nel fine settimana si è divertito a prendere per i fondelli i cittadini abruzzesi e gli italiani tutti. Le sue balle hanno riempito giornali e Tg locali e nazionali generando l’indignazione di giovani, famiglie e degli abruzzesi. Oltre agli attacchi rivolti al sottoscritto, che mi rendono orgoglioso di essere ostile ad un plurindagato, le sue offese hanno raggiunto un po’chiunque.
Ha chiesto al Vescovo di L’Aquila di aiutare il suo candidato nelle elezioni d’Abruzzo alludendo forse ad una sorta di voto di scambio che ha ormai sdoganato nella coscienza del suo governo. Il Vescovo gli ha semplicemente ricordato che lui “è il pastore di tutti e che deve vincere il migliore”.
Ha detto che le famiglie devono consumare di più, altrimenti le aziende si fermano. Quelle famiglie a cui la sua politica dissennata sta sfilando gli ultimi centesimi di tasca e che stanno finendo per le strade a migliaia perdendo i posti di lavoro ogni giorno. Il tutto mentre i suoi parlamentari bocciano gli emendamenti dell’Italia dei Valori per eliminare i doppi rimborsi elettorali e i doppi stipendi per Parlamentari e Ministri e Sottosegretari.
Ha dichiarato che il crollo della scuola è stata una “tragica fatalità”, quando sa benissimo che i suoi tagli al personale previsti nella scuola produrranno il moltiplicarsi di questi fenomeni. Caro Berlusconi non è una tragica fatalità, ma scelleratezza della classe dirigente politica. Nel gennaio '96 è stata approvata la legge 23. Il ministero avrebbe dovuto realizzare un'anagrafe con cui «accertare consistenza, funzionalità e sicurezza di tutto il patrimonio di edilizia scolastica». Sono passati 13 anni. Sono stati spesi dei soldi. Ma dell'anagrafe non c'è traccia come recita un articolo del Corriere della Sera di ieri.
Ha dichiarato che farà arrivare soldi per le infrastrutture perché sa che gli abruzzesi ne hanno profondamente bisogno. Ma i suoi soldi sono balle, balle colossali. Gli unici investimenti per le infrastrutture saranno quelli allocati dal precedente governo, di cui facevo parte in qualità di Ministro delle Infrastrutture, ai quali la sua finanziaria non ha aggiunto un centesimo.
In Abruzzo ha preso in giro gli abruzzesi, evitando di parlare di proposte concrete, del loro futuro, sfoggiando show, battute e barzellette e rispolverando i sondaggi inesistenti che danno il suo dipendente candidato alla Presidenza della Regione, neanche a dirlo, in vantaggio. Falso.
Gli abruzzesi sanno che Carlo Costantini, il candidato dell’Italia dei Valori, ed il dipendente di Berlusconi sono alla pari e che Carlo vincerà le elezioni. E dall’Abruzzo cambierà il Paese.
Silvio Berlusconi mente imbonendo le coscienze e lo fa utilizzando le sue televisioni, e quelle di Stato, di cui ora Villari è suo garante.

il questionario di BARAK OBAMA

l'ottimismo del COGLIONE genera mostri

Ho comprato due lavatrici, tre frigoriferi e uno schermo al plasma. Ingombrano un po’, ma non potevo ignorare l’appello di Testa d’Asfalto dall'Abruzzo. La colpa della recessione è di chi non consuma. Dei finti disoccupati. Le aziende non producono e la Fiat ha i piazzali pieni di auto. E’ una legge di natura. Se non compri, azienda chiude.

Italiani, tirate fuori i soldi dal materasso, siete peggio di un genovese. Pensate a quell’uomo. A ciò che ha dovuto patire per il nostro Paese divenuto di sua proprietà. Alle sue ville in Sardegna. Ai suoi mille e mille miliardi. I danèe li ha meritati. Lo sapete, è ricco sfondato grazie a voi. Con il meccanismo dei soldi comunicanti. La pubblicità è il pizzo che pagate su ogni acquisto. Quando comprate una merendina o una scatola di pomodori finanziate Mediaset. La pubblicità fa parte del prezzo del prodotto e la pagate tutti i giorni. Quando voi consumate, lui incassa. Se l’Italia è più povera e lui ricchissimo una ragione ci sarà. Chiamala, se vuoi, P2.

Se non consumate, lui diventa triste e non ascolteremo più le sue famose barzellette su Obama abbronzato come Naomi Campbell e su Mangano eroe di Forza Italia. Se la raccolta pubblicitaria di Publitalia crolla, il titolo di Mediaset soffre peggio di Veltroni quando fa opposizione. Se va sotto l’euro chi lo racconta a Confalonieri?

Ci sono voluti vent’anni per consumare l’Italia, ma lui ci è riuscito. Ha avuto l’appoggio dei collaborazionisti Bossi, D’Alema e Violante, è vero. Centinaia di giornalisti si sono venduti, è vero. Ma lo sfascio, diciamocelo, è soprattutto merito suo. I 400.000 precari che perderanno il lavoro entro Natale non deludano lo psiconano. Si rechino con le famiglie alla sede più vicina della Mediolanum, la banca intorno a loro. Chiedano del signor Ennio Doris. Dicano che li manda Berlusconi, il coproprietario della banca, e che devono consumare. Un prestito, un mutuo a tasso agevolato e via verso il più vicino centro commerciale per una sveltina tra gli scaffali.

La cura per il rilancio dei consumi comunque c’è. Tremonti è al lavoro per una manovra di 80 miliardi di euro che saranno investiti in opere pubbliche. Gli 80 miliardi verranno prelevati dalle tasse degli italiani. Ci arricchiamo e ci indebitiamo da soli. Un giro conto sul conto degli altri. Togliere ai contribuenti per dare alla Confindustria.

Lasciate la luce accesa anche di giorno, l’acqua del rubinetto aperta, i caloriferi a tutta manetta. Usate tre preservativi alla volta, uno sull’altro, e due scatole di Viagra per sera. Consumate, consumatevi. L’ottimismo del coglione genera mostri.

fonte: www.beppegrillo.it

PDL in Abruzzo: da corruttore politico a corruttore economico

lunedì 24 novembre 2008

GELMINI VERGOGNA: Crollo al liceo «Darwin» di Rivoli

IL GOVERNO TAGLIA I FONDI ALLE SCUOLE,
MENTRE AUMENTA I PRIVILEGI ALLA CASTA

La Gelmini (come Pinocchio) si presenta doverosamente a Rivoli e dice alla madre del giovane Vito Scafidi ucciso nel crollo di Rivoli: "le garantisco che sarà mio impegno di ministro evitare che si verifichino altre tragedie come questa".

Visti i tagli alla SCUOLA,
la Finanziaria 2009 attende un suo intervento al Senato!?!?

Nessun giornale (tranne Italia Oggi del 18 novembre, pag.26) ha ricordato che nella Finanziaria 2009, (ancora in Parlamento e quindi la Gelmini deve essere gentilmente invitata a provvedere) questo governo ha tagliato, sul 2009, proprio all’edilizia scolastica ben 22,8 milioni di euro bloccando di fatto la programmazione regionale sui piani finanziati nel 2007 dal Governo Prodi.

Il taglio riguarda la Missione Istruzione. Nel programma Programmazione e coordinamento dell’istruzione, nel macroaggregato Investimenti, si realizza una riduzione di 22,8 milioni di euro sul Cap. 7180 relativo ad investimenti per i piani di edilizia scolastica. Si tratta di una scelta che ha del clamoroso perché tali fondi fanno parte dello stanziamento di 100 milioni di euro, previsto dalla Finanziaria 2007 ( Comma 625 art.1) per il 2009, con cui si finanziavano i piani regionali. Poiché i 250 milioni statali, per il triennio 2007-2008-2009, dovevano essere compartecipati in uguale misura dalle Regioni e dagli enti titolari delle costruzioni, Comuni o Province, la loro assegnazione era stata preannunciata per tutto il triennio in questione. Cosa succede ora se il governo provvede a tagliare una quota di questo cofinanziamento? Cosa succede ai piani in via di definizione e di realizzazione? Si dovranno riprogrammare. Accadrà qualche cosa di grottesco e tragico dopo gli ultimi avvenimenti: il MIUR dovrà distribuire regionalmente i 22,8 milioni di tagli!

approfondimenti:
Prima con il Piano Gelmini ora con il Bilancio 2009 nuovi tagli all’istruzione;
L’eterno problema dell’edilizia scolastica;
Un Governo che minaccia e non dice la verità;


GELMINI VERSIONE SIFONE

domenica 23 novembre 2008

LA SERENISSIMA DISOCCUPATA

Free Blogger

Epifani legge il blog. E' certo. Dopo una lettura attenta dei miei articoli sulla disoccupazione di massa prossima ventura (due milioni di nuovi disoccupati) ha detto: "Dalla ricognizione fatta posso dire che sta arrivando una valanga, servono grandi interventi". Li sentite gli zoccoli dei bisonti? Stanno calpestando la prateria del Nord Italia. Da Ovest a Est.

Se il Piemonte chiude i battenti e la Lombardia licenzia a pioggia, il Veneto è colpito dalla peste bubbonica.

Ho fatto una piccola "ricognizione" nella Serenissima che giro a Epifani. I bisonti si salderanno in uno stampede, in una carica disordinata. Ora è dispersa in tanti padri di famiglia isolati, senza lavoro, in mezzo a una strada. Che forse si vergognano di guardare i figli negli occhi. Domani cambierà, vedrai che cambierà. Prenderanno coscienza. Non li fermeranno. I sindacati li hanno traditi, la politica ha usato le loro tasse per arricchirsi, i media li hanno presi per i fondelli.

Il bollettino della Serenissima. "Il morbo infuria, il pan ti manca. Sul ponte sventola bandiera bianca!

PADOVANO: un milione e mezzo di ore di cassa integrazione nel padovano.
SCORZE' - TREVISO: 347 operai dell'Aprilia presto a casa.
CASTELFRANCO VENETO - TREVISO: 480 esuberi alla Berco (Gruppo Thyssen).
TREVISO : 390 esuberi alla Osram.
SUSEGANA : 350 posti a rischio alla Electrolux.
VERONA : 100 esuberi alla Glaxo.
LAVAGNO - VERONA: 114 contratti a termine a rischio al Megastore Casamercato.
MONTEBELLUNA - TREVISO : 250 esuberi all'ACC.
PADOVA: Centinaia di posti di lavoro a rischio.
MESTRE - MARGHERA : 1.000 posti a rischio.
VENEZIA: occupazione a picco.

Post precedenti:
- Quella cosa in Lombardia
- Gli zoccoli dei bisonti

fonte: www.beppegrillo.it

Brunetta: il primo Fannullone

BloBrunetta

venerdì 21 novembre 2008

IL FUTURO CHE MI MERITO

ANNOZERO - RAI DUE
clicca sulle seguenti immagini per vedere le puntate

Quanto vale il talento nel lavoro, nello studio, nella vita? Poco, a giudicare dall’ inchieste dell’ Università di Messina, dove il rettore è stato rinviato a giudizio insieme ad altre 22 persone dell’ateneo. O a quella di Cosenza, al centro di un’indagine giudiziaria per falsi progetti finanziati con i soldi europei.

Gli studenti dell’Onda in questi giorni hanno avanzato le loro proposte per uscire dalla logica di parentopoli che regna nelle Università, dove il familismo sembra il metodo più sicuro e più efficace per fare carriera o per vincere un concorso.

Il futuro che mi merito è il titolo della puntata di Annozero di giovedì 20 novembre alle 21.00 su Raidue.

La puntata è stata dedicata al futuro dei giovani e alla difficoltà di superare la logica parentale, ascoltando le proposte degli studenti.

L’inchiesta ha al centro l’Università di Messina, mentre Sandro Ruotolo ha dato voce agli studenti di Cosenza. Ospiti in studio Luca Barbareschi del Pdl, l’architetto Massimiliano Fuksas e il professor Roberto Perotti, dell’Università Bocconi di Milano.

lunedì 17 novembre 2008

MI AMA O MI OBAMA?



Obama parla al mondo attraverso YouTube. Mediaset chiede danni per 500 milioni di euro a YouTube.
Obama predica l'avvento delle reti sociali e della democrazia diretta. L'Italia rilancia il digitale terrestre e la legge ammazzablogger (Levi-Veltroni).
Negli Stati Uniti la banda larga è ovunque, da noi è in Parlamento e 3.000 comuni sono senza ADSL.
La politica italiana vive di televisione, senza contraddittorio. La televisione si è fatta addirittura politica. Telepolitica. La televisione distrugge la coscienza delle persone. La Rete aiuta a formarla.
Lo psiconano sfoglia la margherita: "Mi ama o mi Obama? Mi ama o mi Obama?" Secondo me lo Obama.
Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?), noi neppure.


sabato 15 novembre 2008

La versione dei piloti Alitalia

Paolo Maras, segretario SDL Trasporto


"Ci sedemmo dalla parte del torto, visto che tutti gli altri posti erano occupati". Bertold Brecht.
Io mi siedo dalla parte del torto.
I piloti sono la causa di tutti i mali d'Italia, prima erano gli zingari, poi gli abitanti di Chiaiano, quindi i vicentini che non vogliono nuove basi miltari americane, dopodichè gli abitanti della Val di Susa, infine gli insegnanti. Ora piloti, hostess, steward sono il cancro che non ci fa volare.
I media sono il bastone del potere. Hanno il compito che una volta era del boia. I politici invece sono una categoria a parte. Super partes. Continuano a fare il c...o che gli pare. Ad aumentarsi lo stipendio. Ad avere doppi incarichi e doppi stipendi. A sfuggire alla legge. A non timbrare il cartellino in Parlamento. Chiedete allo psiconano o a Fassino quante volte hanno marcato presenza in questa legislatura. Nessuno può licenziarli. Ormai si assumono da soli. Si fanno le liste chiuse senza voti di preferenza. Mogli, amiche, sodali, condannati. Sei persone hanno eletto i parlamentari, non gli italiani. Non siamo più in democrazia.
Il blog ha intervistato Paolo Maras, segretario del sindacato SDL, che rappresenta, insieme ad altre sigle, piloti e assistenti di volo. Dice cose molto interessanti che gli italiani non sanno. Per esempio che solo 12.600 dei 24.000 lavoratori Alitalia e Air One saranno assunti. 11.400 perderanno il posto di lavoro, saranno licenziati, cassintegrati. Disoccupati. Ma Air France non doveva tagliare solo 2.000 posti?
Il progetto di CAI è finanziario, secondo Madras, senza conoscenza del trasporto aereo, e riferisce che Rocco Sabelli, amministratore delegato di CAI, accolse i rappresentanti Alitalia con queste parole durante il primo incontro: "Quello di cui abbiamo bisogno è il miglior materiale umano al minor costo". Loro non molleranno mai (ma gli conviene?), noi neppure.

fonte: www.beppegrillo.it

LA COMPAGNIA DEL CAI

ANNOZERO

ANNOZERO - RAI DUE
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NAPOLI? NO VILLA D'ADDA: DISCARICA ABUSIVA

Invece di smaltire regolarmente i rifiuti dell'azienda, i vertici della nota azienda Biffi Spa avevano trasformato in un deposito illegale di rifiuti speciali un ex cava di loro proprietà vicino al fiume. Per questo motivo il titolare Pietro Biffi, 76 anni, è stato denunciato per gestione illecita di rifiuti. L'area è stata sequestrata dai carabinieri del Noe di Brescia.
Maxi discarica abusiva
nel Parco dell'Adda.
Imprenditore indagato

Invece di smaltire regolarmente in appositi impianti i rifiuti dell’azienda, i vertici della Biffi Spa - nota società di materiali sintetici per impianti sportivi - utilizzavano da almeno un anno come discarica abusiva una vecchia cava di loro proprietà all’interno del Parco Adda Nord, in territorio di Villa: eternit, oli di vario tipo, scarti plastica, macchinari non più funzionanti, inerti, tutto finiva tra cumuli di terra e in alcuni casi veniva nascosto accuratamente. Per questo motivo i carabinieri del Noe di Brescia contestano la “gestione illecita di rifiuti” e l’”utilizzo di discarica abusiva” a Pietro Biffi, imprenditore 76enne di Villa d’Adda denunciato a piede libero, titolare della società per azioni nota a livello internazionale. Gli stessi militari del Nucleo operativo ecologico, con il supporto dei colleghi di Calusco d’Adda, hanno sequestrato l’area dell’ex cava, per circa 8 mila metri quadrati di superficie.
Non è ancora chiaro da quanto i rifiuti venissero smaltiti illecitamente nell’ex cava San Martino, in via delle Industrie, di proprietà della stessa azienda e non più utilizzata come punto estrattivo da 20 anni. E il Noe dovrà anche accertare se i titolari della società non avessero anche l’obbligo, con una specifica scadenza, di ripristinare l’ex cava tramite una bonifica ambientale. Dureranno a lungo anche gli accertamenti per capire quanto materiale sia stato smaltito. E’ certo che almeno da un anno, anche se si ipotizza che la discarica abusiva possa essere stata “inaugurata” ben prima, i rifiuti finivano illecitamente in quell’area, con un grosso rischio ambientale per la terra dell’Adda. (Guarda la galleria fotografica). Tutto è iniziato una decina di giorni fa, con un esposto di un residente della zona, che ha segnalato ai carabinieri di Calusco movimenti sospetti all’interno dell’ex cava (Bergamonews aveva dato notizia dei primi controlli). Tra il 3 e il 6 novembre i carabinieri di Calusco, di Zogno e del Noe hanno effettuato tre sopralluoghi, uno con fotografie aeree scattate da un elicottero. Pochi giorni dopo è scattato il sequestro della cava in disuso. “L’area è sottoposta a vincolo ambientale – ha spiegato in conferenza stampa il comandante del Noe, tenente Roberto Migliori (nella foto è il primo da destra, a fianco del tenente-colonnello Giuseppe Serlenga, comandante del reparto operativo provinciale)-. Era stata trasformata secondo noi in una vera e propria discarica, con scarti di attività di diversi tipi. Durante i primi sopralluoghi sono stati individuati cumuli ben visibili ad occhio nudo di rifiuti, alcuni dei quali speciali. C’è il forte sospetto che qualcosa possa anche essere stato interrato in modo accurato”.

L’elenco dei tipi di rifiuti va da rotoli di materiale sintetico scartato dalla manutenzione di piste d’atletica a borse chiuse e imbottite di materiale plastico, da macchinari come muletti ormai inutilizzabili fino a cumuli di eternit, pannelli isolanti, oli ancora da analizzare e infiltrati nel terreno. In buona parte rifiuti speciali e pericolosi che invece di finire sulle sponde dell’Adda avrebbero dovuto essere conferiti ad impianti di smaltimento specializzati.
Ora la cava è sequestrata e a Villa d’Adda non mancheranno polemiche: quell’area, nei piani comunali, avrebbe dovuto essere bonificata e trasformata in nuova lottizzazione con tanto di spazio per una stazione ecologica. Dell’esposto che ha fatto partire le indagini si era discusso anche in Consiglio comunale.

fonte: http://www.bergamonews.it




martedì 4 novembre 2008

La clessidra dell'informazione

Barack Obama non prende i soldi delle lobby

I giornali incassano un miliardo di euro all’anno dallo Stato. Si tagliano i fondi alle Università e li si regalano ai Mieli, ai Mauro, ai Ferrara, ai Polito, ai Feltri. La lista è lunghissima, ma quanti sono i mantenuti foraggiati dalle nostre tasse. La libertà di esprimere l’opinione dei loro editori è possibile grazie ai contributi dell’operaio o della pensionata. I cittadini non lo sanno, ma una parte di Giuliano Ferrara è di loro proprietà. In altri tempi, per i finanziamenti, si poteva invocare la libertà di stampa, ora si può solo celebrare la libertà di disinformazione. A spese nostre. Sono fantastici. Solo da noi i servi anticipano il pensiero del padrone. Perché le aziende possono fallire e Il Riformista o Libero devono ricevere dei sussidi di Stato?
Una buona notizia. Finalmente. La stampa sta morendo. Il costo della carta, delle redazioni, la diminuzione degli incassi pubblicitari e la possibilità di navigare on line sposta ogni giorno un granello di informazione dai giornali alla Rete. E’ una clessidra che non si può fermare. Il primo quotidiano nazionale americano a chiudere i battenti e a trasferirsi sulla Rete è, notizia di questi giorni, il “Christian Science Monitor” di Boston. Ha più di cento anni di storia e sette premi Pulitzer in organico. Non è l’ultimo arrivato, ma è il primo a migrare. Gli altri seguiranno. Il New York Times e il Wall Street Journal entro un paio d’anni. Nel frattempo Obama vince le elezioni grazie alla Rete, ai fondi raccolti on line direttamente dagli elettori, Un miliardo di dollari con 100 dollari medi di donazione. Risponderà agli americani, non alle lobby delle armi e del petrolio che hanno finanziato Bush. Non alla Fiat, a Mediaset o a Benetton.On line le regole cambiano. The Huffington Post è il blog politico più influente d’America. Molto più della maggior parte dei quotidiani e dei canali televisivi. Ha solo 42 giornalisti in organico e vive di accessi spontanei. Più persone lo leggono, più incassa attraverso la pubblicità. Se pubblica il falso, chiunque può smentirlo in Rete.
La versione on line dei quotidiani italiani è sempre la stessa. Tra corriere.it, repubblica.it o la stampa.it qual è la differenza? La testata? Sembrano tante marche di detersivi. Diversi ingredienti, gli stessi padroni.


La P2 e' viva e lotta con noi

fonte: www.beppegrillo.it

lunedì 3 novembre 2008

L'EREDITA'

REPORT - RAI TRE
domenica 12 ottobre alle 21.30
per rivedere la puntata clicca sulla seguente immagine

Spegnere le centrali dopo che il referendum dell'87 aveva abrogato il nucleare è costato agli italiani circa 9 miliardi di euro. Soldi usciti dalle tasche delle famiglie con le bollette della luce per risarcire l'Enel del mancato guadagno e per mantenere in sicurezza gli impianti, che dopo 20 anni sono ancora lì con tutto il loro carico radioattivo. Un'eredità che nessun governo fino a oggi ha saputo affrontare. Ci avrebbe dovuto pensare la Sogin, una società pubblica, nata nel 1999 al momento della privatizzazione da una costola dell'Enel. Il nucleare era un ramo morto dell'azienda e presentarsi agli azionisti con un fardello simile significava partire con il piede sbagliato, meglio accollarlo alle famiglie. Ma fino a oggi la Sogin ha solo provveduto ad allontanare le barre di combustibile dagli impianti e neppure da tutte. Nella piscina della centrale di Caorso ce ne sono circa 700, l'equivalente di 1.300 kg di plutonio. Altre 47 barre, contenenti 150 kg di plutonio sono in quella di Trino Vercellese: entrambe sono sulla riva del fiume più grande d'Italia. Nella centrale del Garigliano non sanno più dove mettere i rifiuti, in quella di Borgo Sabotino hanno il problema della grafite radioattiva che non si può spostare se non si trova il sito definitivo. A La Casaccia a 25 chilometri da Roma c'è il più grande deposito di rifiuti radioattivi d’Italia, circa 7 mila metri cubi ed è al limite. Ci sono poi 5 kg di plutonio che possono essere usati per fini militari e che da due anni sono in un deposito dove l'impianto antincendio, dopo aver provocato un'esplosione, deve ancora essere omologato. All'Itrec di Rotondella, vicino Matera, da 30 anni un impianto è attivo solo per mantenere in sicurezza le barre di uranio e torio che gli americani ci hanno lasciato in custodia e di cui non sappiamo cosa farne. A Saluggia l'impianto si trova sul greto della Dora Baltea, in un sito che si è allagato tre volte in 15 anni. Ma il problema più grande l'hanno avuto per lo svuotamento di una vecchia piscina che dal 2004 perdeva liquido radioattivo minacciando la falda: avrebbe causato, secondo la testimonianza di un operatore intervistato da Report, un centinaio di casi di contaminazione interna. Alla fine sul nostro territorio si contano oltre 30 mila metri cubi di rifiuti radioattivi, che diventeranno 120.000 dopo lo smantellamento delle centrali previsto per il 2020. Tutta roba che dovrebbe essere seppellita in un deposito nazionale. Nel 2003, dopo il fallimento di Scanzano Jonico, il governo Berlusconi aveva dichiarato che sarebbe stato ultimato entro dicembre 2008. Mancano 2 mesi alla scadenza e del deposito nemmeno l'ombra. Tutto questo mentre la giostra del nucleare si prepara a ripartire...

domenica 2 novembre 2008

La nuova P2 e le vecchie BR

Licio Gelli: "Solo Berlusconi può andare avanti..."

Licio Gelli: ''Se tornassero le Brigate Rosse ci sarebbero ancora piu' stragi: il terreno e' molto fertile perche' le BR potrebbero trovare molti fiancheggiatori a causa della poverta' che c'e' nel Paese''. E' un avviso ai naviganti? A P2, PDL, PDmenoelle e criminalità organizzata?
Gelli ha ragione, il terreno è MOLTO fertile. Le cause sono due: l'economia che farà a pezzi il nostro Paese nel 2009 con milioni di nuovi disoccupati. L'impossibilità di controllare l'informazione rispetto agli anni di piombo. Allora si uccideva Pecorelli e si stava tranquilli per un decennio. Oggi si dovrebbe mettere la mordacchia alla Rete. Ci proveranno, ma forse è troppo tardi, forse è troppo difficile.
Tanta gente, un fiume di giovani, sa tutto di Dell'Utri e di Andreotti, il condannato e il prescritto, senatori della Repubblica (una volta un titolo d'onore, oggi fa ribrezzo). La coppia ospite della trasmissione "Venerabile Italia" condotta da Gelli su Odeon TV. I ragazzi sanno chi è Gelli, sanno delle infiltrazioni dei servizi segreti nelle stragi di Stato. Sanno del depistaggio operato da Gelli nella strage di Bologna, 85 morti e 200 feriti, sentenza definitiva della Cassazione.
La pagliacciata del camion bianco di Piazza Navona e le parole di Cossiga sono i segnali di una nuova strategia della tensione. Nuova perchè non ci sono più partiti contro partiti. Ma cittadini contro politici. Basteranno gli stadi? Si dovrà interrompere il campionato per rinchiudere i manifestanti. Le BR non torneranno, i cittadini incazzati e senza futuro invece sono pronti. Quando si accorgeranno di non avere più niente da perdere, chi potrà fermarli? Gelli lo sa. I suoi migliori allievi, dallo psiconano a Cicchitto, sono al Governo. E' come se ci fosse lui. Infatti ha chiesto il copyright sul Piano di Rinascita Democratica. Gli altri si prendono i meriti mentre lui sta rinchiuso a Villa Wanda con il grembiulino liso.
Prevenire è meglio che curare. L'esercito nelle strade sta diventando un'abitudine, come in Colombia. L'Italia del resto è la portaerei mondiale della cocaina. Il cittadino informato è un cittadino incazzato. Il cittadino informato e disoccupato può diventare un terrorista della libertà. Disinformare e occupare allo stesso tempo è un'equazione difficile da risolvere. La P2 al governo ci sta lavorando giorno e notte. Il tempo fugge e forse, tra poco, anche i piduisti. Loro non molleranno mai, noi neppure.

fonte: www.beppegrillo.it

sabato 1 novembre 2008

DARIO FO E L'ANTRO DELLA TIGRE

I giovani lo hanno capito. In gioco non c'è solo il decreto Gelmini, c'è il loro futuro. Questo Paese non è più in grado di garantire nulla. Lavoro, pensioni, ricerca, servizi sociali. Le nuove generazioni troveranno un piatto vuoto, leccato a tal punto da brillare nel buio.
Maroni-prendi-istruzioni vuole denunciare gli studenti che occupano le università. Povero Maroni e povera Lega. Ieri si dicevano al servizio di quello che chiamavano il popolo, oggi sono al servizio di chi Bossi chiamava il mafioso di Arcore.
Senza legittimità morale non si governa un Paese. Non si possono chiedere sacrifici con 18 condannati in Parlamento. In Italia, mentre operai e impiegati perdono il lavoro ogni giorno, chi li governa si compra ville come caramelle. Lo disse anche Frà Cristofaro a Don Rodrigo: "Verrà un giorno...".

Testo:
"L’unico modo, come diceva un certo Mao Tze Thung, bisogna andare dentro dove sta la tigre, per capire l’antro, per capire cosa succede intorno. Io sono stato alla Statale di Milano e ho recitato tenendo una lezione. Mi serviva una provocazione per sentire gli umori, ascoltare attraverso i riflessi quello che era il clima e soprattutto capire una cosa: a che livello di conoscenza e di informazione sono gli studenti. E mi sono meravigliato rispetto a quarant’anni prima, quando ci andai, e mi ricordo un clima caotico, ricordo che le cose erano un po’ a braccio, ricordo che si capivano certi slogan e certi valori che si ripetevano ma che non erano approfonditi.
Insomma, questa gioventù ha invece una conoscenza e soprattutto è evidente che ha dialogato, ha avuto conflitti chiari con gente che la pensava diversamente, e per questo sono informatissimi! Una delle cose che mi hanno detto subito è stata: “Questa è una lotta non soltanto per il problema del denaro, ma per il problema della libertà e della nostra vita.” Cioè noi ci troviamo con un governo che spara basso a tagliare orizzontalmente i danari che ci occorrono per tenere in piedi l’università non soltanto per risparmiare e per farsi la moneta, per usare poi – cosa terribile – per comprare degli aerei o per dare i sussidi all’altra parte del discorso, cioè alla scuola privata. Ma è proprio per distruggerla quella pubblica! Abbassarla, portarle via l’agibilità, lo spazio, il respiro in modo che naturalmente, quella privata, abbia la possibilità di emergere e di essere l’unica università accessibile perché ha dei mezzi e perché chi si presenta paga rette alte che permettono anche di guadagnare e hanno magari professori che guadagnando di più sono selezionati, cosa che per noi non succede.
Un’altra cosa di cui loro hanno chiara idea è la falsità di questo decreto, di questa legge. Che cosa ha sotto? Sanno benissimo e lo dicono sempre: l’università è malata ci sono professori eletti attraverso gabole, ci sono i baroni che hanno in mano tutta la macchina dell’insegnamento e poi tirano dentro i figli., i nipoti, hai queste scuole che sono inesistenti, con programmi spaventosi collocati in spazi di provincia perché servono al luogo, ma servono soprattutto a nuovi baroni che avranno finalmente la propria personale università. Fanno commercio, mercato, scambio.
Ebbene, sono le prime cose che ti dice la Destra. Ma forse c’è scritto nel loro programma che si eliminano? Che tizio, caio sempronio, che ha il figlio il nipote, la moglie eccetera, sarà eliminato e gli sarà fatto una specie di processo per ristabilire la legalità e soprattutto un rapporto univoco, o meglio, equilibrato dell’università? Neanche per idea. Quelli rimangono! E’ il cancro che deve rimanere perché fa parte dell’equilibrio. La nostra università ha delle piaghe terribili, dei morti dentro l’armadio all’infinito, ma naturalmente questi devono rimanere perché la macchina del potere vive attraverso queste forme di piccoli furti, piccole aggressioni, furberie soprattutto sporcizia morale che non esiste.
La cosa che devono fare gli studenti è capire che questa macchina bisogna eliminarla, che anche ai propri professori bisogna gridare non vogliamo un’università fatta di intrallazzi, di giochi, di corrutele e via dicendo. Che bisogna rinnovare, che c’è un fatto morale da perseguire e che ci interessa imparare con dei mezzi perché oltre che gli stipendi molto bassi, checché si racconti che in Italia si spenda molto di più che in altri Paesi, io dico forse si bruciano più soldi, però la condizione di vita dei professori, non dico dei baroni, è dura!Ecco, prima di tutto bisogna dare una dignità ai professori e farli tornare al livello di quando io andavo all’università sessant’anni fa, e soprattutto dare i mezzi perché se io vado all’estero a fare dei corsi di cosa mi accorgo? Che se tengo lezioni di scenografia mi mettono a disposizione un teatro! Con tutte le calate, tutti gli svergoli, con le quinte, con tutti i passaggi, le tecnologie più avanzate, con le luci… cioè, i ragazzi che studiano per diventare registi, gestori di teatro, per scrivere e via dicendo, hanno la conoscenza di tutto. Sono tecnicamente avanzatissimi. Da noi no! Da noi è come fare scuola guida seduti su una sedia anziché sulla macchina con un cerchio in mano per fare finta di mimare la guida. Be' io ai tempi di Mussolini ero troppo giovane, non ero ancora in università, sono entrato durante la guerra, quando c’era un caos terribile, gente che doveva fare i conti con viaggi incredibili e soprattutto c’erano i bombardamenti. Non si può fare un esempio. Ma Mussolini, con tutto l’affastellamento, aveva cose anche migliori di quelle che ci sono oggi e soprattutto si spendevano dei denari e si facevano strutture nuove e si impiantavano macchine di conoscenza maggiori di quelle che ci sono oggi, è incredibile ma è così.
D’altra parte se tu vai nella storia dell’università, da quando è nata nel decimo secolo venendo in avanti, tu vedrai sempre che le città che avevano un peso, che avevano un’economia alta, che avevano strutture civili molto elevate, pensiero molto elevato e una filosofia alta, ebbene avevano grandi università che non erano soltanto intese come noi abbiamo avuto informazione dal pagamento di rette di grandi signori che potevano permettersi di mandare a scuola i loro figli fino a fondo selezione. No! Esistevano nel tempo già nei comuni dei lasciti, addirittura degli stipendi che si davano a quei degni studenti che dimostravano impegno, soprattutto senso dello studio e volontà profonda di apprendere. Questo oggi non c’è più! La situazione sta crollando, sta svuotandosi, quindi siamo al di sotto della dimensione medievale." Dario Fo

Da Repubblica.it: "Ho visto quelli del camion bianco aggredire e picchiare i ragazzini"

fonte: www.beppegrillo.it

venerdì 31 ottobre 2008

LE DUE ITALIE

Gelli condurrà "Venerabile Italia" a Odeon Tv

Il Paese è colpito da una grave forma di digital divide. Si sono formati due blocchi. Uno che si informa in Rete, l'altro che viene disinformato dai giornali e dalla televisione.
In alcuni Stati la Rete è sotto controllo, come gli altri media, e tutti i cittadini sanno la stessa cosa. In altri Stati l'informazione è libera e anche la Rete e i cittadini si informano da entrambi. In UNO Stato: l'Italia, caso unico al mondo, giornali e e televisioni sono controllati e la Rete non ancora.
Milioni di persone vivono in due realtà diverse, sono separati in casa. Nella stessa famiglia il nonno può credere a Vespa e il nipote mandarlo a fanculo. Non è una situazione sana. Più passa il tempo, più l'incomunicabilità tra le due Italie cresce insieme all'insofferenza reciproca. La Rete ha però due armi dalla sua parte. I giovani che la frequentano (i vecchi moriranno prima di loro) e l'anoressia da pubblicità dei vecchi media. Senza i soldi della pubblicità chiudono. Ed è quello che succederà. Le raccolte pubblicitarie per gli spazi su giornali e televisioni diminuiscono, entro un anno crolleranno. In parte si sposteranno in Rete, uno spazio che non si gestisce con le balle. Loro lo sanno. E sono nervosi.
Confalonieri mi ha citato di fronte a giornalisti economici a proposito dell'OPA su Mediaset. Lo rassicuro, non è ancora il momento di comprare. Io compro le azioni solo se precipitano. Ne riparliamo quando il titolo di Mediaset, un'azienda che in sostanza vende pubblicità, sarà sotto un euro. Nel frattempo faccio un appello ai navigatori (non ai naviganti): aiutate Confalonieri. Non pubblicate spezzoni di programmi Mediaset su Youtube. E' illegale. Lo ha detto Fidel. Noi siamo per il rispetto della legalità e per la cancellazione di ogni programma Mediaset inserito abusivamente in Rete.. Non inquiniamo i media, belin.
Tre gruppi editoriali hanno il controllo dell'informazione sulla carta stampata: RCS (Corriere della Sera), controllato da ABI e Confindustria, Mondadori, il gruppo dello psiconano e l'Espresso di De Benedetti, prossimo rifugiato svizzero e paladino di Topo Gigio.
Titoli - perdita da inizio anno:
- RCS - 54,84
- Gruppo l'Espresso - 60,97
- Mondadori - 51,78
Siamo sulla buona strada. Dove non potè la politica, potrà l'economia.

IO NON HO PAURA

ANNOZERO - RAI DUE
clicca sulla seguente immagine per vedere la puntata
Il decreto Gelmini è legge e il Governo ha annunciato che adesso si occuperà dell’Università. Le proteste degli studenti si fermeranno?
Io non ho paura è il titolo della puntata di Annozero è andato in onda su Rai due giovedì 30 ottobre alle 21.00. La trasmissione di Michele Santoro ha raccontato non solo la protesta degli studenti, ma anche quella dei ricercatori delle Università in collegamento da Pisa con Sandro Ruotolo. Ospiti in studio Ignazio Marino del Pd e l’economista Tito Boeri. Nella puntata, inoltre, il ritorno di Sabina Guzzanti

CONTRO L'INFORMAZIONE DI REGIME

"Levati, Francesco!"

09:41 Il governo: "Nessun infiltrato a piazza Navona" Infiltrati in piazza Navona? Francesco Nitto Palma, nel riferire alla Camera sugli scontri di mercoledì, lo esclude in maniera categorica. "Il sospetto è un giovane di 'blocco studentesco', e la sua posizione è tuttora al vaglio degli inquirenti". Il sottosegretario ha poi parlato del camion degli estremisti di destra arrivato piazza Navona: "E usuale che durante le manifestazioni i camion raggiungano la piazza". da Repubblica.it

Beppe Grillo a Bologna, le contestazioni

Oggi a Bologna, secondo la stampa di regime (quindi quasi tutta) sono stato oggetto di violente contestazioni.
Il video dei ragazzi del Meet Up che erano con me fa luce sugli insulti e le percosse che ho ricevuto. Belin, se a Bologna mi trattano così ci vado a ad abitare per sempre. Loro non molleranno mai, noi neppure.

Leggete le barzellette dei giornalisti di regime e informateli dell'avvenuto con una mail:
- Il Tempo: "E Beppe Grillo si infila nel corteo: contestato due volte" - Scrivi
- Il Resto del Carlino: "Beppe Grillo contestato dal corteo 'Non vogliamo primedonne'" - Scrivi
- Panorama: "Scuola in sciopero: gli anti Gelmini fischiano anche Grillo" - Scrivi
- Corriere della Sera: "Beppe Grillo contestato dai manifestanti: «Non vogliamo primedonne». E lui: «Cercate i poliziotti finti»" - Scrivi
- Il Giornale: "Grillo prova a infilarsi nel corteo: lo buttano fuori a suon di «vaffa»" - Scrivi
- La Repubblica: "Grillo fischiato dagli studenti: 'Buffone, buffone'" - Scrivi
- AdnKronos: "Scuola, Grillo a corteo a Bologna: qualche contestazione" - Scrivi

Maroni e le istruzioni dettagliate

Ieri in Piazza NGrassettoavona c'era un camion lasciato passare dalla Polizia.Nel camion c'erano caschi, mazze, forse tirapugni e una ventina di provocatori.Provocatori, non studenti.
I provocatori hanno picchiato gli studenti sotto gli occhi della Polizia.Uno dei provocatori, come si può vedere dal video, è in rapporti affettuosi, di grande simpatia con la Polizia, come se fosse un collega.
La piazza era gremita. Un camion con mazze e teppisti poteva essere lì solo in due casi:
- perchè la Polizia lo ha consentito su ordine di qualcuno
- perchè la Polizia non governava la piazza.
Maroni, il ministro degli Interni, che prende istruzioni dettagliate, un portaordini dello psiconano, dovrebbe spiegarci cosa è successo e dopo dimettersi.
La politica è fallita. Il cittadino può solo dialogare con il poliziotto in tenuta anti sommossa.
Se non basta la Polizia, allora arrivano gli infiltrati, così i giornali e le televisioni di regime possono gridare agli "scontri tra studenti".
Giornalisti, non vi vergognate? Le vostre parole sono peggio delle mazze tricolori degli squadristi di Piazza Navona.

Ps: Qualcuno riesce a identificare la persona nel cerchio rosso del video? Lasci un commento.

Testimonianze da Piazza Navona

Dall'articolo di Curzio Maltese da Repubblica.it:
...Seguo il drappello che si dirige davanti al Senato e incontra il funzionario capo. "Non potete stare fermi mentre picchiano i miei studenti!" protesta una signora coi capelli bianchi. Una studentessa alza la voce: "E ditelo che li proteggete, che volete gli scontri!". Il funzionario urla: "Impara l'educazione, bambina!". La professoressa incalza: "Fate il vostro mestiere, fermate i violenti". Risposta del funzionario: "Ma quelli che fanno violenza sono quelli di sinistra". C'è un'insurrezione del drappello: "Di sinistra? Con le svastiche?". La professoressa coi capelli bianchi esibisce un grande crocifisso che porta al collo: "Io sono cattolica. Insegno da 32 anni e non ho mai visto un'azione di violenza da parte dei miei studenti. C'è gente con le spranghe che picchia ragazzi indifesi. Che c'entra se sono di destra o di sinistra? È un reato e voi dovete intervenire".

ULTIM'ORA: La risposta della Lega di Maroni: "Gravissime le parole del predicatore Grillo. La smetta con questi toni da capopopolo irresponsabile: non c`è bisogno che qualcuno contribuisca a scaldare gli animi e a gettare con cinismo benzina sul fuoco", dice la deputata leghista Carolina Lussana, vicepresidente della commissione Giustizia a Montecitorio... "Invito i vari grilli parlanti a stare zitti e a evitare di gettare ombre sull`operato delle forze dell`ordine che stanno cercando di garantire l`incolumità dei manifestanti e dei cittadini tutti".

fonte: www.beppegrillo.it

martedì 28 ottobre 2008

LA RACCOMANDATA CHE UCCIDE



Da qualche anno è un fiorire di raccomandate. Una volta si correva in posta per ritirarle. Erano una preoccupazione. Adesso non ci si fa più caso. Sono solo una rottura di balle. La svolta è avvenuta con il passaggio dei servizi pubblici ai privati e dei pagamenti alle società di riscossione. Se uccidi i genitori ne puoi ereditare il patrimonio. Se non paghi una gabella ti sequestrano l'auto, la casa e i dischi di Little Tony.
Andrea mi scrive da Ciampino e allega una raccomandata che gli ha inviato la municipalizzata ASP CIAMPINO. Costo della raccomandata tre euro e cinquanta. Pagamento dovuto 0,02 centesimi.

Indovinate chi paga il costo delle raccomandate, il tempo speso per la compliazione della lettera, la protocollazione, la registrazione, l'invio? Lo sapete già: tutti i clienti delle municipalizzate o di qualunque altro ente pubblico che invi lettere minatorie.
Chi paga le tasse in Italia è super controllato. Se smettesse di pagarle anche lui, infatti, il sistema crollerebbe. Le verifiche sono così severe e puntigliose che trovano dettagli ignorati da qualunque commercialista. Non è raro che chi crede di aver pagato TUTTE le tasse riceva una raccomandata dell'Agenzia delle Entrate e terrorizzato la apra. Piano piano, come quando si guardano le carte da poker. Tutta una vita gli passa davanti. Non sarà il rogito della nonna di 25 anni prima o la fattura pagata in ritardo di un mese all'elettricista che lo ha rovinato per sempre? Quando legge l'importo di 18,50 euro da pagare sulla dichiarazione di tre anni prima per una serie di motivi che non comprenderà mai (potrebbe aiutarlo il suo commercialista per un onorario di 250 euro, ma non è economico) si precipita a pagare. Meno di venti euro... Si sente come se avesse vinto il Supernalotto.
Il giorno seguente gli arriva un'altra raccomandata contenente atti giudiziari. Non è in casa. Si reca in posta dal lavoro che è già sudato. Il vicino gli ha fatto causa? L'azienda lo ha licenziato? L'ex moglie lo cita in tribunale? Nulla di tutto questo, è un parcheggio in sosta vietata, se non lo paghera ENTRO E NON OLTRE gli sequestreranno l'auto. Ma quel giorno non ha usato l'auto, non era in quella via, in quella città. La sanzione è di 52,50. Meglio pagare che ricorrere.Se cambiate residenza non lasciate tracce. Non fate sapere a nessuno dove vi rifugiate.

SU LA TESTA

fonte: www.beppegrillo.it

GOVERNO FASCISTA

BERLUSCONI: "AVVISO AI NAVIGANTI..."

COSSIGA FUORI DAL PARLAMENTO

MARGHERITA HACK
COMMENTO SUI TAGLI DELLA GELMINI

lunedì 27 ottobre 2008

CHI SONO GLI ELETTORI DI FORZA ITALIA (PDL)?

ASCOLTATE LA RISPOSTA

IL SINDACALISTA

REPORT - RAI TRE
domenica 26 ottobre alle 21.30
per rivedere la puntata clicca sulla seguente immagine

I sindacati si autocertificano gli iscritti, la UGL ne dichiara 2.145.995, scavalcando così la UIL che ne dichiara 2.060.000.
Ma chi controlla se effettivamente questi numeri sono veri, visto che soprattutto in base agli iscritti, un sindacato ha più o meno peso nelle trattative? Nel cercare di capire qual è oggi il ruolo del sindacato in Italia, abbiamo provato noi a fare i conti nelle loro tasche e siccome le bugie hanno le gambe corte, ci siamo accorti che qualcuno bara. Abbiamo anche cercato di capire come funziona, come si finanzia e quali servizi offre ai propri tesserati.
Si parte dagli iscritti nelle fabbriche e nel pubblico impiego; si ricostruisce il ruolo del delegato, del funzionario territoriale, di quello provinciale, regionale e nazionale. Alla fine abbiamo contato 700 mila rappresentanti: un esercito! 3.300 sono ex dipendenti pubblici, distaccati, che continuano a percepire lo stipendio dal pubblico.
Abbiamo visto che in alcune categorie non riescono a far rispettare i contratti e a tutelare i lavoratori. Nel settore delle telecomunicazioni ci sono dipendenti che pur lavorando nella stessa azienda e ricoprendo le stesse mansioni, arrivano ad avere stipendi completamente diversi: l'uno la metà dell’altro.
I lavoratori non si fidano più dei sindacati, e gli iscritti calano, ma senza rappresentanza i rapporti di lavoro degenerano.
E poi c'è l'esercito dei disoccupati organizzati, che si sono riuniti pure loro in un sindacato. Ma ormai hanno tutti i capelli bianchi.

domenica 26 ottobre 2008

Congo reviolé

Stupri di massa in Congo

Il mondo si è fermato in Congo. Un Paese dove è nata una nuova parola: reviolé, ri-stuprata.
Il più grande stupro di massa della Storia è in atto in Africa tra una notizia da Wall Street e un ribasso del Nikkei da Tokio. La signora Muhindo del "Centro di assistenza Olame" in Congo ha detto: "E' una vergogna non solo per il Congo, ma per tutta l'umanità".
In Congo lo stupro è un'arma di guerra dal 1996, quando morirono cinque milioni di persone. Da allora è endemico. Usato da tutte le parti in conflitto.
L'Occidente, come le stelle, resta a guardare. Una delle più importanti basi ONU si trova in Congo. Ha 17.000 soldati. Il loro mandato ufficiale è l'utilizzo di ogni mezzo per proteggere i civili. Ma non muovono un dito.
Il governo centrale e i numerosi gruppi armati dell'est del Paese sono in conflitto permanente e decine di migliaia di donne, di qualunque età, sono sia le prede che le armi con cui si combatte.
Molte di loro, sopravvissute ai conflitti precedenti, sono riviolentate, reviolè.
La legge in Congo non prevede il reato di stupro. Essere stuprate con un fucile o sparate nella vagina non è contemplato dal codice penale. Vénantie Bisimua, fondatrice del "Network of Women for the Defence of Rights and Peace" in Congo spiega che il governo ha altre priorità. Le stesse degli Stati stranieri che attingono a piene mani dalle risorse minerarie del Congo e che non fanno nulla.
Si combatte in Afghanistan e in Iraq per il petrolio. Si assiste ai massacri del Congo per non disturbare le multinazionali delle materie prime.
Chi volesse aiutare le donne congolesi può mettersi in contatto con il "Social Aid For the Elimination of Rape (SAFER)" dell'Università di Toronto.
Leggi l'articolo sulle reviolé in Congo da The Globeandmail.
Ps: Ma Topo Gigio Veltroni non doveva andare in Congo?

UNIVERSITA', IL BUSINESS DEI LAUREATI PRECOCI

Tasic, un serbo di 19 anni, è finito su tutti i giornali del mondo perché, partito per l'America per studiare, ha preso la laurea e pure il dottorato in otto giorni? Noi italiani, di geni, ne abbiamo a migliaia. O almeno così dicono i numeri, stupefacenti, di alcune università. Numeri che, da soli, rivelano più di mille dossier sul degrado del titolo di «dottore». I «laureati precoci», studenti straordinari che riescono a finire l'università in anticipo sul previsto, ci sono sempre stati. È l'accelerazione degli ultimi anni ad essere sbalorditiva. Soprattutto nei corsi di laurea triennali, dove i «precoci» tra il 2006 e il 2007, stando alla banca dati del ministero dell'Università, sono cresciuti del 57% arrivando ad essere 11.874: pari al 6,83% del totale. Tema: è mai possibile che un «dottore» su 14 vada veloce come Usain Bolt? C'è di più: stando al rapporto 2007 sull'università elaborato dal Cnvsu, il Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario, quasi la metà di tutti questi Usain Bolt, per la precisione il 46%, ha preso nel 2006 l'alloro in due soli atenei. Per capirci: in due hanno sfornato tanti «dottori» quanto tutti gli altri 92 messi insieme. Quali sono queste culle del sapere occidentale colpevolmente ignorate dalle classifiche internazionali come quella della Shanghai Jiao Tong University secondo cui il primo ateneo italiano nel 2008, La Sapienza di Roma, è al 146˚ posto e Padova al 189˚? Risposta ufficiale del Cnvsu: «Stiamo elaborando i dati aggiornati per la pubblicazione del rapporto 2008. Comunque i dati sui laureati sono pubblici e consultabili sul sito dell'ufficio statistica del Miur». Infatti la risposta c'è: le culle del sapere che sfornano più «precoci» sono l'Università di Siena (494ª nella classifica di Shanghai) e la «Gabriele D'Annunzio» di Chieti e Pescara, che non figura neppure tra le prime 500 del pianeta. Numeri alla mano, risulta che dall'ateneo abruzzese, che grazie al contenitore unico di un'omonima Fondazione presieduta dal rettore Franco Cuccurullo e finanziata da molte delle maggiori case farmaceutiche (Angelini, Kowa, Ingenix, Fournier, Astra Zeneca, Boheringer, Bristol- Myers...), conta su una università telematica parallela non meno generosa, sono usciti nel 2007 la bellezza di 5.718 studenti con laurea triennale. In maggioranza (53%) immatricolati, stando ai dati, nell'anno accademico 2005-2006 o dopo. Il che fa pensare che si siano laureati in due anni o addirittura in pochi mesi. Quanto all'ateneo di Siena, i precoci nel 2007 sono risultati 1.918 su un totale di 4.060 «triennali»: il 47,2%. La metà.
Ancora più sorprendente, tuttavia, è la quota di maschi: su 1.918 sono 1.897. Contro 21 femmine. Come mai? Con ogni probabilità perché alla fine del 2003 l'Università firmò una convenzione coi carabinieri che consentiva ai marescialli che avevano seguito il corso biennale interno di farsi riconoscere la bellezza di 124 «crediti formativi». Per raggiungere i 148 necessari ad ottenere la laurea triennale in Scienza dell'amministrazione, a quel punto, bastava presentare tre tesine da 8 crediti ciascuna. E il gioco era fatto. Ma facciamo un passo indietro. Tutto era nato quando, alla fine degli anni Novanta, il ministro Luigi Berlinguer, adeguando le norme a quelle europee, aveva introdotto la laurea triennale. Laurea alla portata di chi, avendo accumulato anni d'esperienza nel suo lavoro, poteva mettere a frutto questa sua professionalità grazie al riconoscimento di un certo numero di quei «crediti formativi» di cui dicevamo. Un'innovazione di per sé sensata. Ma rivelatasi presto, all'italiana, devastante. Colpa del peso che da noi viene dato nei concorsi pubblici, nelle graduatorie interne, nelle promozioni, non alle valutazioni sulle capacità professionali delle persone ma al «pezzo di carta», il cui valore legale non è mai stato (ahinoi!) abolito. Colpa del modo in cui molti atenei hanno interpretato l'autonomia gestionale. Colpa delle crescenti ristrettezze economiche, che hanno spinto alcune università a lanciarsi in una pazza corsa ad accumulare più iscritti possibili per avere più rette possibili e chiedere al governo più finanziamenti possibili. Va da sé che, in una giungla di questo genere, la gara ad accaparrarsi il maggior numero di studenti è passata attraverso l'offerta di convenzioni generosissime con grandi gruppi di persone unite da una divisa o da un Ordine professionale, un'associazione o un sindacato. Dai vigili del fuoco ai giornalisti, dai finanzieri agli iscritti alla Uil. E va da sé che, per spuntarla, c'è chi era arrivato a sbandierare «occasioni d'oro, siore e siore, occasioni irripetibili». Come appunto quei 124 crediti su 148 necessari alla laurea, annullati solo dopo lo scoppio di roventi polemiche. Un andazzo pazzesco, (grazie alla Moratti durante i 5 anni del governo Berlusconi) interrotto solo nel maggio 2007 da Fabio Mussi («Mai più di 60 crediti: mai più!») quando ormai buona parte dei buoi era già scappata dalle stalle. Peggio. Perfino dopo quell'argine eretto dal predecessore della Gelmini, c'è chi ha tirato diritto. Come la «Kore» di Enna che, nonostante il provvedimento mussiano prevedesse che il taglio dei crediti doveva essere applicato tassativamente dall'anno accademico 2006-2007, ha pubblicato sul suo sito internet il seguente avviso: «Si comunica che, a seguito della disposizione del ministro Mussi, l'Università di Enna ha deciso di procedere alla riformulazione delle convenzioni» ma «facendo salvi i diritti acquisiti da coloro che vi abbiano fatto esplicito riferimento, sia in sede di immatricolazione che in sede di iscrizione a corsi singoli, nell'ambito dell'anno accademico 2006-2007».
Bene: sapete quanti studenti risultano aver preso la laurea triennale nell'ateneo siciliano in meno di due anni grazie ad accordi come quello con i poliziotti (76 crediti riconosciuti agli agenti, 106 ai sovrintendenti e addirittura 127 agli ispettori) che volevano diventare dottori in «Mediazione culturale e cooperazione euromediterranea»? Una marea: il 79%. Una percentuale superiore perfino a quella della Libera università degli Studi San Pio V di Roma: 645 precoci su 886, pari al 73%. E inferiore solo a quella della Tel.M.A., l'università telematica legata al Formez, l'ente di formazione che dipende dal Dipartimento della funzione pubblica: 428 «precoci» su 468 laureati. Vale a dire il 91,4%. Che senso ha regalare le lauree così, a chi ha l'unico merito di essere iscritto alla Cisl o di lavorare all'Aci? È una domanda ustionante, da girare a tutti coloro che hanno governato questo Paese. Tutti. E che certo non può essere liquidata buttando tutto nel calderone degli errori della sinistra, come ha fatto l'altro ieri Mariastella Gelmini dicendo che di tutte le magagne universitarie «non ha certo colpa il governo Berlusconi che, anzi, è il primo governo che vuol mettere ordine». Sicura? Certo, non c'era lei l'altra volta alla guida del ministero. Ma la magica moltiplicazione delle università (soprattutto telematiche), la corsa alle convenzioni più assurde e il diluvio di «lauree sprint», lo dicono i numeri e le date, è avvenuta anche se non soprattutto negli anni berlusconiani dal 2001 al 2006: Grazie MORATTI. E pretendere oggi una delega in bianco perché «non si disturba il manovratore», è forse un po' troppo. O no?
di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella

BERGONZONI A BOLOGNA

sabato 25 ottobre 2008

LE MANI SUL FUTURO

ANNOZERO - RAI DUE
clicca sulla seguente immagine per vedere la puntata
Gli studenti delle Università, delle scuole superiori e i genitori delle scuole elementari scendono in piazza in tutta Italia per protestare contro le riforme e i tagli all’istruzione. Lo slogan della protesta è: Noi la crisi non la paghiamo. Mentre vengono stanziati miliardi per la crisi finanziaria, si tagliano i fondi per l’istruzione e la ricerca. Cioè sul futuro delle nuove generazioni. Le mani sul futuro è il titolo della puntata di Annozero di giovedì 23 ottobre in onda su Rai due alle 21.00.
In studio il segretario del Partito democratico Walter Veltroni,il capogruppo della Lega Nord alla Camera Roberto Cota e il vicedirettore del "Giornale" Nicola Porro.

TFR ADDIO

Chi ha tenuto il suo TFR in azienda ha avuto un rendimento del 3,5%. Chi, seguendo il consiglio dei sindacati, dei partiti e dei promotori finanziari, lo ha investito nei fondi pensione ha perso circa il 20%. Ed è solo l'inizio. Con la Borsa in picchiata, per i futuri pensionati la liquidazione servirà per il cappuccino e il becchime per i piccioni. Sindacati, Confindustria, Partiti e Banche si sono inghiottiti un altro tesoretto. Non rimane più quasi nulla da spolpare al cittadino. Possono solo taglare i servizi, la Scuola, la Polizia, la Sanità fino all'epilogo delle pentole argentine.
"Se lavori nel settore privato ed entro fine giugno non dici nulla, il tuo TFR finirà nel risparmio gestito. Un’avventura da far tremare i polsi. Da vent’anni i fondi comuni fanno perdere soldi. E i fondi pensione sono pronti a ripetere gli stessi disastri. Il silenzio assenso è una trappola. Cambiano le carte in tavola senza chiedere nulla. E’ il gioco delle tre tavolette con i soldi di una vita. Non è vero che costruiscono una pensione integrativa: danno il TFR in pasto all’industria del risparmio gestito." Beppe Grillo, 6 giugno 2007.
Leggete la lettera di Beppe Scienza, matematico, studioso del risparmio e della previdenza integrativa.
Tre milioni di italiani in carcere, di Beppe Scienza
"Per gli italiani la previdenza integrativa è come una prigione. Sindacati ed economisti di regime (Marcello Messori, Giuliano Cassola, Elsa Fornero ecc.) gli hanno tirato un bel bidone coi fondi pensione. Circa tre milioni di lavoratori hanno rinunciato al loro TFR e ora sono ingabbiati per sempre. Per giunta presi in giro da chi voleva arricchirsi alle loro spalle, come la società di gestione Anima che aveva l’impudenza di affermare: “L’investimento in un fondo pensione è una scelta intelligente”. Si è visto che razza di scelta è stata: dall’estate del 2007 una batosta dopo l’altra.
La trappola è scattata a giugno dell’anno scorso. Da allora è andata prima male e poi malissimo nel 2008. Ne sanno qualcosa i lavoratori chimici (fondo Fonchim) che a fine settembre perdevano il 14,8% da inizio anno, i metalmeccanici (fondo Cometa) con un risultato negativo del 10% o i ferrovieri (fondo Eurofer) con un deficit del 17%. Questi sono i minus delle linee azionarie, ma anche le altre hanno fatto peggio del TFR.
Però la cosa più grave è la mancanza di libertà. Chi ha aderito a un fondo pensione, soprattutto per le insistenze dei sindacati, è come condannato a vita. Finché lavora, il suo TFR continuerà a finire lì, volente o nolente. Ma anche andando in pensione otterrà soltanto la semilibertà. Metà di quanto si sarà salvato (il cosiddetto montante), non potrà ritirarlo perché verrà convertito in una rendita, a condizioni decise da altri.
Purtroppo non può neanche sperare nella grazia del Capo dello Stato. Per la previdenza integrativa non è prevista. In compenso ogni due anni può cambiare cella. Cioè può passare per esempio da una linea azionaria e a una garantita, restando nello stesso fondo. Peccato che tali garanzie sia solo propaganda, con linee “garantite” in negativo del 3% da inizio 2008 (fondo Fonchim)! Volendo può anche cambiare prigione. Cioè non solo la linea di gestione, ma anche il fondo. Non può però riacquistare la libertà: l’ergastolo è l’ergastolo!
È rimasto in libertà solo chi si è tenuto il TFR. Tranquillo e sicuro, lo vede crescere giorno dopo giorno (circa +3,5% da inizio 2008). Se cambia lavoro o va in pensione lo riceve tutto subito; ed è libero di farne cosa vuole.Quindi ha fatto bene chi ha ascoltato i consigli di Beppe Grillo, i miei o anche di Famiglia Cristiana.
Per altro la faccia tosta dei sindacati non ha limiti. Non contenti delle figuracce collezionate col fondo per la scuola (Espero), pochi giorni fa Cgil, Cisl, Uil ecc. si sono incontrati per farne partire due per coprire tutto il settore pubblico (Sirio e Perseo). Sembra una barzelletta." Beppe Scienza

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